Oggi pubblichiamo il report scritto per noi da Sarah Bertozzi del Heki Sui Kan di Rimini che, assieme ad Emanuela Muratore, ha partecipato alla tappa bresciana del “Progetto Nazionale Femminile Kendo”.
E’ chiaro che non esiste un kendo femminile e maschile, il kendo non conosce differenze legate a genere, età e livello di pratica, ma noi donne spesso, nel nostro dojo e durante la partecipazione a seminari, ci troviamo a confrontarci con kendoka fisicamente più alti e muscolosi. Per questi motivi Angela ha voluto porre attenzione sulla valorizzazione di alcuni punti su cui lavorare per migliorare il nostro atteggiamento nella pratica quotidiana.
Durante la giornata di Sabato dopo il riscaldamento e vari esercizi a corpo libero volti a migliorare il controllo del corpo e dell’equilibrio, Angela ha proposto degli utilissimi e divertenti esercizi per migliorare il lavoro di braccia e gambe con l’ausilio di copertoni di bicicletta.
Terminato il riscaldamento, a coppie abbiamo fatto esercizi di suburi e kihon, utilizzando tecniche di oji-waza. Quello che Angela ha specificato più volte durante la pratica è che l’obiettivo del seminario non era quello di insegnare la corretta tecnica nel portare i colpi, lavoro che viene fatto quotidianamente nei nostri dojo, piuttosto quello di sviluppare quei colpi con unità di spirito, agilità nel movimento di gambe e bacino e velocità delle braccia.
Il pomeriggio è terminato con un mawarigeiko in cui eravamo suddivise per grado di esperienza e i motodachi potevano colpire solo con un colpo prestabilito, ottima occasione per studiare le tecniche di oji-waza per chi era nel ruolo di kakarite e per concentrarsi nel trovare la giusta opportunità per attaccare per chi faceva il motodachi di turno.
Oggi pubblichiamo il diario di una giornata molto intensa. Anzi, oseremmo dire mesi…
Da queste parti consideriamo il raggiungimento di un risultato, sia esso un esame superato che una vittoria in un trofeo, come risultato di un gruppo, oltre ovviamente del singolo. Nel kendo si cresce assieme agli altri, mai da soli.
Ma concedeteci di dire che per Filippo, la parte individuale ha una componente particolarmente importante. Solo chi l’ha visto allenarsi negli ultimi mesi, sa quanta dedizione ha avuto alla preparazione di quest’esame.
E’ il primo esaminando da quando ci pratichiamo sotto l’insegna IKENDENSHIN e non possiamo che essere particolarmente felici.
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L’attimo in cui sono entrato in macchina, alle 04:00 di domenica mattina, ho pensato a quando cominciai a praticare Kendo tre anni fa: provai per caso, trascinato da un amico in comune con il mio sempai Alessio, e adesso mi trovavo ad andare a Roma per sostenere l’esame da primo dan. Questione di un attimo e svaniscono i ricordi, giro di chiave e si parte.
Il viaggio dura circa 4 ore e alle 08:10 sono posteggiato in una via del quartiere Trieste a Roma, a poca distanza dal dojo dell’ARK (Accademia Romana Kendo) che ospita la sessione di esami. Considerato l’ampio anticipo (l’inzio delle operazioni di registrazione sarebbe cominciata alla 10:30) mi concedo una colazione in un bar, godendomi lo spettacolo di un mausoleo romano del II sec.d.C. che si ergeva solenne e solitario tra una selva di palazzoni moderni: Roma, come al solito, non ha mancato di stupirmi!
Mi avvio quindi verso il dojo e alle 09:10 entro, rassegnato ad attendere un ora in perfetta solitudine, quando invece alle 09:20 vedo spuntare i visi familiari di Raffaele Venturini e Massimo Cicchetti, amici del dojo di Rimini, che mi comunicano un fuori programma deciso la sera precedente: dalle 09:30 alle 10:30 ci sarebbe stata un’ora di allenamento focalizzata sui kata. L’anticipo che pareva destinato ad un lungo tempo morto si era trasformato in una inaspettata occasione!
Cominciamo quindi l’allenamento sui kata guidati dal M°Rigolio il quale, complice il numero ridotto di praticanti, ha la possibilità di seguire abbastanza agevolmente le varie coppie uchitachi/shitachi; al sottoscritto, non saprei se per simpatia o per disperazione, dedica qualche attenzione in più, correggendomi spesso e insistendo sulla corretta sequenza piedi/braccia nell’esecuzione del terzo kata. L’ora passa veloce ed è già tempo di procedere alla registrazione all’esame e alla consegna dei compiti scritti per poi subito cominciare le due ore di allenamento pre-esame. L’allenamento, sempre condotto dal M°Rigolio è tecnico, ripassa i fondamentali, mostra cose nuove e corregge gesti che parevano ormai acquisiti e consolidati, a perfetta dimostrazione di quanto nel Kendo si possa e si debba costantemente migliorare ogni più piccolo gesto. Ho Apprezzato il modo di condurre del M°Rigolio, sempre calmo, chiaro e comprensibile.
L’allenamento procede e dopo un giro finale di ji-geiko con i vari maestri presenti facciamo una pausa per poi entrare direttamente nel clima pre-esame.
Sono una persona emotiva e pensavo che avrei temuto il momento, ma, forse complice la stanchezza della levataccia mattutina, mi sento stranamente calmo e rilassato , faccio battute con i compagni di pratica e ho modo di salutare a nome di tutto il dojo Ikendenshinl’amico Dado Brivio, che mi tranquillizza ulteriormente dandomi alcuni consigli.
Ok, mi hanno dato il numero, numero 110, sono nella penultima pull, si comincia. Guardo scorrere le numerose sessioni di esame per il I kyu e quando l’ultima ha ancora luogo, noi esaminandi per il I dan riceviamo l’ordine di indossare il men. Vedo attraverso il men gane gli esami dei miei compagni ed all’interno del men mi sento completamente solo, percepisco forte il sibilo del mio respiro mentre i kiai che si susseguono mi giungono come suoni ovattati; il men è un ambiente intimo, una stanza dove raccogliere i pensieri, una finestra da dove poi guardare solo avanti; da qui, rilassato, assisto e attendo. “110 preparati!” Ok, si va.
Saluto, sonkyo e si parte con kirikaeshi con me come motodachi. Dopo i primi 4 yoko-men il mio primo compagno si fa sopraffare dall’emozione e si blocca; rimaniamo così immobili per un tempo che sembra infinito, poi cerco di spezzare la situazione dicendogli attraverso il men: “cinque indietro” e riesco nell’intento facendogli completare l’esercizio. Dopo ji-geiko cambio di compagno e ora è il mio turno. Valutare la propria prestazione è sempre difficile, ma posso dire che non mi sentivo completamente soddisfatto, tanto che al momento dell’esposizione dei candidati promossi ho esitato alcuni minuti prima di risolvermi ad andare a vedere. Questo è stato il momento più duro: tra me e un foglio appeso alla parete c’erano le ore di allenamento, le parole, i consigli e le facce di chi mi ha sostenuto; c’erano le ore tolte alla famiglia, c’erano tutti i sacrifici e le ore di viaggio. Era tutto lì, ma mi decido e scorro i numeri: 110, 110, 110…c’è! Nessuna emozione, primo pensiero i kata, tanto che non riesco a godermi appieno gli esami per II dan che stanno avendo luogo in quegli istanti.
A differenza degli esami con armatura i kata sono rapidissimi e in rapida sequenza li eseguiamo e li eseguiamo tutti bene visto che alla fine risulteremo tutti promossi!
Non appena terminati gli esami ci comunicano che la palestra deve essere liberata entro un’ora, i tempi quindi si accelerano, le persone corrono qua e là, molti vanno subito a fare la doccia. Io rimango alcuni istanti seduto con il bokken fra le mani e non riesco bene a realizzare che da oggi sono I dan di Kendo: cerco di ricordare quando ho cominciato, perché l’ho fatto, cerco di rammentare tutte le sere passate al dojo e tutte le persone che hanno praticato con me, gli esami kyu, cerco di mettere insieme tre anni di pratica per poter comprendere cosa sono da oggi, ma riesco solo a sorridere, di quei sorrisi stanchi che si fanno dopo un lavoro venuto bene. Shinai a posto, bokken a posto, armatura a posto: domani si ricomincia.
Per chi si fosse perso il primo appuntamento degli stage tecnico culturali organizzati dalla CIK ecco un riassunto per immagini veloce veloce che vi permetterà di capire cosa sia stato spiegato in quell’occasione.
Credits | Ben Sheppard
Se credete siano concetti facili date un’occhiata al nostro resoconto dettagliato del primo incontro 0_0.
Fatto questo sarete pronti per il secondo appuntamento della serie (non credeteci troppo!!) il 12 settembre a Castenaso (BO). I temi dello stage riprenderanno il filone teorico esplorato nella prima occasione e andranno oltre (“SEN – seconda parte-” e “Waza-maé”). Le iscrizioni all’evento saranno aperte dal 30 agosto al 6 settembre e potranno essere effettuate direttamente on-line sul sito CIK. Visto l’esito del primo stage tecnico-culturale non possiamo non consigliare la partecipazione anche al secondo!
Molto sommessamente ci permettiamo di far notare la sovrapposizione di questo stage con un altro evento importante nella zona di Bologna: il Gemellaggio tra il dojo SeiShinKan di Bologna e il RakuShiKan Kendo Tosu del maestro Otsubo. Della serie: per il kendo del centro Italia è già difficile avere eventi di questo livello a meno di 3-4 ore di macchina. Se poi, quei pochi eventi in zona, si accavallano anche, allora è la fine.