Una bellissima intervista al nostro amico M° Bellisai accompagnato da Annamaria Peronese.
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5° Trofeo dell’Adriatico
Ridendo e scherzando siamo arrivati alla 5°edizione.
Dalla garetta in casa, siamo passati al trofeo tra dojo con i quali abbiamo maggiori rapporti.
Poi abbiamo esteso questo gruppo di amici fino all’edizione dello scorso anno che ha visto, grazie ad una collaborazione interdojo, la presenza del M°Hirakawa.
Quest’anno avevamo inizialmente deciso, anche per motivi organizzativi e di disponibilità di alcuni di noi, di non invitare nessun Maestro giapponese e lasciare la conduzione del seminario al nostro primissimo tutor, Salvatore Bellisai.
Purtroppo Salvatore, causa problemi di salute, ci ha informato di non essere sicuro al 100% di riprendersi per poter guidare lo stage.
Ed allora ci siamo rivolti al nostro D.T. Stefano Betti per poter condurre lo stage di sabato mattina e domenica mattina ;-).
Possiamo asserire con orgoglio che chi ha partecipato a questo evento, poi è tornato. Il merito è da condividere con chi ha reso anno dopo anno questa due giorni di Kendo, un weekend divertente, piacevole ed istruttivo.
Con questa premessa desideriamo rinnovare l’invito a partecipare numerosi anche quest’anno e portare amici e conoscenti. Al momento le iscrizioni sono già oltre 50 praticanti!!
Quest’anno il pranzo avrà luogo dentro il Palazzetto, incluso nel costo fisso di € 20 per seminario+trofeo, con lo scopo di rafforzare il clima amichevole tra vecchi e nuovi amici invece che vagare per ristoranti ed arrivare appesantiti al “tutto in un sol colpo” dell’ippon shobu.
Tutte le informazioni sono disponibili nel sito apposito del Trofeo dell’Adriatico di Kendo.
trofeodelladriatico.wordpress.com
ikendenshin.wordpress.com/il-trofeo-delladriatico/
L’evento è aperto al pubblico e, se non bastasse, Gradara è un bellissimo posto per trascorrere una serata romantica con i vostri compagni/compagne se proprio non volete essere dei nostri al sayonara party di sabato 😀
V’aspettiamo numerosi!!
ABKF – 21° Winter Seminar 2011
Prima di tutto devo ringraziare mia moglie se posso raccontarvi com’è andata. Senza questo suo regalo di compleanno non avrei potuto confermare quanto i miei compagni Giulio e Davide mi dicono da ormai un anno: “il seminario è molto bello, si respira una bellissima atmosfera ed il tuo kendo ne giova moltissimo”.
Il fatto che il seminario organizzato dall’ABKF sia abbastanza lontano, duri quasi una settimana e sia poco prima le ferie di Natale (periodo in cui nel lavoro fortunatamente ancora c’è da fare), non ha aiutato ad organizzarsi. Ma la voglia era davvero tanta. I racconti, gli aneddoti, la qualità del Kendo hanno spinto la nostra truppa a non mancare. Battendo la rete come cani da caccia, troviamo un volo a meno di €100 per Bruxelles. A questi vanno aggiunti 70 euro per l’extra bagaglio shinai/bokken. L’unica pecca l’orario, ma possiamo dire che ormai ci siamo abituati. Sveglia alle 3 di notte per ritrovarci al casello di Pesaro alle 3.30. Il pilota Roberto, che come me è nuovo a questo seminario, tarda un po’ ma non viene compromessa la puntualità per il volo da Venezia.
Facciamo check-in, saliamo a bordo e sveniamo nei sedili dell’aereo.
Arrivati a Bruxelles,in circa 1 ora e mezza, usando un treno ed una metro raggiungiamo il bellissimo e grandissimo centro sportivo ADEPS. E’ mercoledì e c’è già stato il primo allenamento, l’asageiko delle 6.30. Noi arriviamo, pranziamo nel bar del centro sportivo e poi ci piazziamo in camera. Roberto è l’addetto alla spesa e torna con baguette, affettati e bibite. La nostra camera inizia lentamente a trasformarsi in un pub irlandese con l’aggiunta di shinai, bokken e pezzi di bogu sparsi per la camera…
Vediamo che tra i corridoi della zona in cui sono situate le camere c’è chi ha posizionato i bogu per non morire nel sonno dal classico puzzo post allenamento. Ci adeguiamo e ci prendiamo il nostro posticino.
Dopo un pisolino ci prepariamo per il nostro primo allenamento. La palestra è grande ed il fondo perfetto per far suonare come si deve un fumikomi. No excuse!
Hirakawa Sensei è sempre lo stesso. Con qualche acciacco (che non da a vedere) è sempre pronto ad un saluto con un gran sorrisso per tutti. Facciamo il saluto e come da prassi parte subito la pratica in bogu. Dopo aver visto la struttura dei suoi allenamenti in Slovenia ed in passato, non mi meraviglia il fatto che chiami subito il men-o-tsuke. Leggo in questa cosa un solo messaggio: con una delegazione così piena di Maestri usiamo il tempo a nostra disposizione per praticare Kendo. Il riscaldamento e lo stretching fatelo prima del saluto.
Come dicevo, gli allenamenti si basano su una prima parte di tecniche mirate ad acquisire la scioltezza necessaria ad eseguire tecniche molto complesse. Si segue poi con jigeiko e l’accoppiata micidiale kakarigeiko/haya-suburi.

Credits Dany Delepière
Torniamo in camera, doccia rigenerante per poi sbranare come lupi la spesa fatta nel pomeriggio. Crolliamo come pere nei rispettivi letti. Ci sarebbe molto da dire riguardo la bagarre che regna nella camera ma meglio sorvolare :D.
La mattina seguente dobbiamo affrontare l’asageiko. Sveglia alle 6, ci vestiamo e poi c’incamminiamo nel lungo percorso che porta all’apposita palestra, un pochino più intima ma con la medesima qualità di parquet. Raggiungere quella palestra è come scendere verso gli inferi. E’ una metafora che calza a pennello. E’ buio profondo, lo scopriamo dal tunnel di vetro che collega due edifici. Lo attraversiamo, scendiamo le scale e percorriamo lunghissimi corridoi. Non ci credete, guardate questo video…
Arriviamo 10 minuti prima dell’inizio dell’allenamento ed i maestri sono lì pronti. Loro sono tutti, noi no. Alcuni presenti ieri sera, stamattina hanno disertato e ci ritroviamo in un rapporto di circa un maestro per 3/4 praticanti. Vi lasciamo immaginare il ritmo del kakarigeiko finale…
Ma veniamo a questa ora di fuoco. Siamo a pancia vuota, ma ancora la fame non si fa sentire. Hirakawa Sensei che guida come sempre tutti gli allenamenti del seminario, inizia con la tecnica che però dura un po’ meno del solito a favore di un allenamento molto pesante sul Kirikaeshi. Richiede di fare piccoli saltelli durante il caricamento di ogni yoko-men. Peccato che questi non siano i canoninici 9 + 9 ma bensì ad oltranza fino al suo fischio. Saltellare mentre si carica significa aumentare il ritmo tra un men e l’altro cercando di mantenere la scioltezza delle braccia. Molto facile a parole, ma molto dispendioso in termini di energie. Sopravviviamo, a questo allenamento, ma non sappiamo dire come.
Doccia e poi dritti al bar per una super colazione. Personalmente polverizzo cioccolata da spalmare in un modo imbarazzante… gli altri si fanno comunque rispettare dedicandosi con cura a prosciutto e formaggio.
Andiamo a letto per riposarci un po’ prima di muoverci verso il centro di Bruxelles, città che personalmente non ho mai visitato. E’ bella e sotto il periodo natalizio è accogliente. Fredda ma comunque viva. Una rapida visita del centro per poi imbucarci nel ristorante già testato l’anno scorso da Davide e Giulio, il caratteristico T Kelderke situato nella bellissima Gran Place. Non credo serva aggiungere altro…
Siamo nella terra del cioccolato e non possiamo tornare a casa senza aver comprato qualcosa negli appositi negozi che sembrano quasi delle boutique di alta moda, per la bellezza e la cura dei dettagli.
Torniamo in albergo per recuperare un po’ le forze in vista del secondo allenamento della giornata, chiedendoci come arriveremo alla fine. Dopo questa veloce riflessione capiamo che è meglio riposarci un pochino. Alle 19.30 entriamo in palestra e la vediamo un po’ più popolata di ieri. Incontriamo Stefano Betti che partecipa da 26 anni a questo evento. Credo d’aver capito il perché, ma mi riservo di dirlo solo a fine seminario. Assieme a lui c’è sua moglie Satomi. C’è anche Salvatore Bellisai. Rivediamo tutti con moltissimo piacere. Noi dobbiamo andare in palestra. Esercizio dopo esercizio notiamo che non ci viene riservato alcun trattamento particolare dovuto all’asageiko di poche ore prima.
Accusiamo un po’ la stanchezza, ma la voglia di passare una bella serata non manca. Andiamo in un ristorante Au Diable Vauvert dove con 20€ mangiamo molto bene e ci divertiamo un sacco grazie alla compagnia di Satomi, Stefano e Salvatore. La stanchezza si dimentica, torniamo all’Adeps e ci dilettiamo in chiacchiere fino a tardi. Il giorno dopo niente asageiko. Io, Giulio e Roberto sfruttiamo il giorno libero per andare nella bellissima Bruges mentre Davide si riposa in camera per riprendersi da un po’ da qualche problema fisico. Raggiungere Bruges è abbastanza semplice, metro fino alla stazione centrale e poi un treno che in meno di un’ora raggiunge la destinazione. Il clima non è dalla nostra parte, piove e quindi non possiamo apprezzare al meglio la città, ma ne cogliamo comunque la bellezza cristallina.
Nella meravigliosa piazza Markt incontriamo di nuovo Stefano e Satomi che assieme a Maccaferri e sua moglie visitano anche loro la città. Entriamo nel Le panier d’or per poi continuare la vista della città.
Rientriamo alla base e rubiamo una mezz’oretta per riposarci in vista dell’allenamento di venerdì sera. Il M°Hirakawa insiste sulla scioltezza attraverso esercizi in cui le linee disegnate dai piedi sono complesse e lontane dalle classiche basi del Kihon. Si usa hiraki-ashi, tsugi-ashi applicate a tecniche su men, kote e do. Interessantissimo.

Credits Dany Delepière
Sopravviviamo anche questa volta all’intenso allenamento, corriamo a farci una doccia e mangiare un boccone al bar.
Se nell’allenamento del venerdì sera avevamo notato una maggior affluenza, il sabato mattina la quantità di praticanti era assolutamente importante.
Disposti su ben 4 file molto strette iniziamo questa giornata molto intensa dove la delegazione Shingen, oltre a partecipare al seminario, doveva tenere alto l’onore con Davide e Roberto pronti per essere valutati dalla commissione d’esami per conseguirei rispettivamente il 2° e 1° dan.
Il tema della giornata è stato in gran parte lo stesso visto da chi ha partecipato al Kangeiko di sabato 10 a Novara. Molto taisabaki, tecnica ed ancora tecnica. Subito dopo la pausa pranzo è prevista una dimostrazione dei Nihon kendo no Kata con Tahara Sensei e Shinosuka Sensei. Bello assistere a due hanshi 8°dan che ci mostrano la bellezza dei kata. Ancor più bello vedere che due kendoka di questo spessore li riprovino nel corridoio della palestra mentre noi sudiamo a forza di men :D.

credits – Meishinkan
Ci spiegano nei dettagli tutti e dieci i kata e poi tocca a noi. Con uno spazio minuscolo tra noi praticanti eseguiamo i kata senza farci miracolosamente male. Nel pomeriggio riprendiamo la tecnica per immergere anima e corpo allo spirito dell’ippon shobu visto che il giorno seguente è prevista la Nakakura Cup. E poi, per terminare, jigeiko e tanto kakarigeiko.
Con il senno di poi tutti noi cogliamo un fattore molto importante nel kakarigeiko; la bravura di motodachi nel tirar fuori il meglio da kakarite è gran parte del risultato. Non chiedetemi come si fa, forse ci vuole esperienza, forse occorre fare dei gran sorrisi per rilassare al meglio chi si trova a fare dei grandi men quando la forza ed il fiato sono ormai finiti. Resta il fatto che mentre attaccavo mi sentivo libero. Una bellissima sensazione. Inesorabili però arrivavano quei “maledetti” 100 choyaku–men finali che ti spaccavano definitivamente in due, giusto in tempo per dirti che hai dato veramente tutto.
Io e Giulio, che non dobbiamo fare l’esame corriamo a fare la doccia per poter assistere all’esame di Davide (2°dan), Roberto (1°dan) e Macca (4°dan). Arriviamo giusto in tempo. Hanno i loro numeri nel tare e sono in fila, nell’attesa del loro turno cercando di mantenere la calma. Tutti e tre si comportano alla grande, ma prima di esprimere giudizi affrettati aspettiamo che le 3 commissioni (1° dan, 2 e 3° dan e 4° e 5° dan) si esprimano con i classici tabelloni. I nostri 3 amici sono tutti promossi, grande soddisfazione, anche di Stefano Betti, che in palestra a Bologna ma anche come Tutor nel nostro dojo, c’insegna con tanta tanta pazienza. E’ il minimo che possiamo fare per ringraziarlo.
Pacche sulle spalle e grandi sorrisi! 😀 ora ci aspetta il sayonara party che per questa edizione è fuori dal centro ADEPS. E’ vicino e lo raggiungiamo a piedi. La location è la sala di un oratorio con lunghe tavolate pronte ad accoglierci. Stefano ci presenta a chiunque facendo sapere cosa abbiamo in programma per il weekend del 18 e 19 Febbrario assieme allo stage che sta organizzando a Bologna e gli allenamenti infrasettimanali a cura del Kendo Como. Troviamo molto interesse, questo da un lato ci fa piacere e dall’altro ci responsabilizza ulteriormente per l’organizzazione della 4° edizione del Trofeo dell’Adriatico.
L’atmosfera è serena, forse troppo per i nostri standard ed allora prendiamo in mano la situazione rompendo il ghiaccio (e non solo :-)). La truppa Shingen assieme a Stefano e Salvatore e Satomi in qualità di reporter si aggira tra i tavoli seminando prima il panico e poi il divertimento totale.
Anche i Maestri mettono da parte la loro esemplare formalità per concederci allegramente brindisi all’urlo di BANZAIIII!!!
Se i Maestri si sciolgono, vi lasciamo immaginare come si siano “rilassati” i 4 giovani moschettieri giapponesi della delegazione.
Ad ogni incrocio di sguardi scatta il brindisi.
Ed allora inizia anche il loro valzer di campai. Si allontanano dal tavolo e noi 4 occupiamo i loro posti di nascosto. Quando tornano al tavolo altro Kampai/Banzai. Le risate distruggono gli ultimi muscoli non ancora indolenziti, quelli delle guancie.
Bellissima serata!!
Torniamo al centro sportivo e nel percorso si sprecano le risate, ma preferiamo tenere questi intimi aneddoti per chi c’era…
La mattina seguente c’è la coppa ma gli orari del volo di rientro non ci consentono di partecipare. Rimaniamo comunque ad ammirare alcuni incontri e studiare il collaudatissimo sistema organizzativo della Nakakura Cup. Ve l’avevamo detto, vero? Il 18 e 19 Febbraio v’aspettiamo per il 4° Trofeo dell’Adriatico. Rimanete sintonizzati, a breve daremo news al riguardo…
Ora vi lasciamo con il tradizionale messaggio del M° Hirakawa durante il mokuso di chiusura allenamento.
Shisei o tadashite (postura corretta)
Kokyu o tadashite (respirazione corretta)
Kokoro o tadashite (animo corretto)
Una lezione speciale
Proprio una settimana fa il M° Stefano Betti ci ha gentilmente invitato ad una sorta di “jigeiko reunion” presso la sua palestra il giovedì seguente; sarebbero infatti giunti a Bologna il suo amico belga M°Jean Claude Wolfs del dojo Yu-Hi ed il M°Salvatore Bellisai.
Secondo voi, potevamo declinare un invito del genere?! 🙂
La sessione di jigeiko è avvenuta nell’intimo dojo del Sei Shin Kan che quella sera ha ospitato ben 15 Kendoka vogliosi di confrontarsi a viso aperto.
S p e t t a c o l o !
Difficile spiegare a parole l’energia che circolava tra le 4 pareti del dojo, ma si percepiva benissimo…
Ebbene, con questo semplice articolo vogliamo segnare quella sera e ringraziare Stefano ed i suoi meravigliosi ragazzi per l’ospitalità oltre ovviamente a Jean Claude e Salvatore, che ci ha deliziato con un ultimo jigeiko davvero “tagliente”.
Grazie di cuore!
Stage con Yanai Sensei
Driiiin, Driiiin, Driiiin, Driiiin.
E’ ora! Sveglia alle 4, Giulio e Marco sono a Fano già svegli e pronti per essere “raccolti” all’ormai famoso casello di Cattolica (eh si, perché quasi tutti gli stage sono al Nord :-()
Como è molto a Nord, ma il viaggio scorre abbastanza bene. La stanchezza è vigliacca ed a metà viaggio cedo la guida all’Avvocato Marco San :-).
Arriviamo a San Fermo della Battaglia, ma Giulio si ricorda che la giornata di sabato non è lì, ma bensì a Senna Comasco!! Dietrofront e raggiungiamo appena in tempo il palazzetto. Non siamo gl’ultimi, questo ci conforta un pochino. Ci cambiamo, facciamo l’iscrizione ed entriamo nel luogo di pratica. Notiamo con piacere che ci sono kendoka che non conosciamo tra cui il mitico gruppo di Salonicco (si, avete letto bene, sono greci) del Ronin Kendo Club!!
Sono fantastici!! 🙂
Prima d’ora non avevamo ancora avuto l’onore di vedere il M° Yanai 7° dan Kyoshi, ma scopriamo che non è la prima volta che viene in Italia, ma’ la quarta! Yanai,è stato istruttore del dojo London Club oltre ad essere l’allenatore della nazionale irladnese.
L’allenamento si sviluppa con rigoroso ordine. Ashisabaki, kamae, tecniche base, tecniche con piccoli e rapidi movimenti fino ad arrivare a tecniche avanzate, anche quelle contro guardie jodan :-). Mentre tutti i partecipanti sono in attesa del pranzo ordinato in mattinata, noi 3 attingiamo dal pranzo al sacco preparato con cura da Marco, un cestino simile a quello che si usava all’elementari con tante delizie, prima su tutte barre di cioccalata di tutti i tipi :-).
A caffè terminato si riprendono in mano le shinai per la parte pomeridiana dello stage. Il M* Yanai decide d’istruirci sullo shiai, prendendo come arbitri tutti i kendoka dal 2° dan in su, mentre gli shodan e i kyusha si confronterrano nello shiai-jo.
Con l’ausilio dei Maestri presenti allo stage come il nostro D.T. Salvatore Bellisai o Stefano Betti ed altri dei dojo limitrofi, gli arbitri neofiti sono messi a dura prova tant’è che a fine gare ci confesseranno che è molto molto difficile (più di gareggiare?!) :-). Il M¡Yanai durante gl’incontri interviene sugli arbitri, sia per correggere eventuali errori di forma (il dito posizionato correttamente sulla bandierina ne è solo l’esempio), che per confrontarsi sulle valutazioni degli ippon concessi o meno. Trascorriamo così circa un’ora e mezza prima di cimentarci in un jigeiko con tutti i Maestri, Yanai Norimutsu in primis. La voglia di fare è tantissima e cerco le file più corte per non rimanere troppo in attesa.
Un po’ demoralizzato per come il mio ippon men uchi non riesca a progredire, mi metto in fila per incrociare le shinai con il M° Yanai. Mi sprona a lavorare sul men, mi dice di farlo grande e veloce. Vuoi vedere che è proprio quella la strada da percorrere per non commettere più certi errori?! 🙂 Vedremo…
Prima di andare negli spogliatoi mi mangio le mani osservando un bellissimo Jigeiko tra Aggugini e Boscarol e non aver praticato con nessuno dei 2 :-(.
A proposito, abbiamo strappato la promessa per un intervista con Tomaso, sempre simpatico e disponibile.
Prima di tornare a casa facciamo contento Marco che voleva gettare uno sguardo, anche se velocissimo, al lago di Como. Il caro Giovanni Gaspa ci guida verso il centro e riusciamo così a fermarci 5 minuti per godere dello splendido panorama. Grazie Marco, fosse stato per me sarei andato dritto dritto a casa… Il lago di Como, ma anche il centro storico, sono ulteriori motivi per tornare a trovare gli amici del Kendo Como!
Il viaggio di ritorno è duro come immaginavamo, Giulio si finge stanco 🙂 e si stende nei sedili posteriori per non dormire ma io e Marco lo stuzzichiamo in interessanti discussioni e lo teniamo sveglio 🙂
Pausa caffè, incontriamo Red Ronnie in autogrill e ripartiamo con l’obiettivo di finire l’interminabile giornata con una pizza.
Mamma mia sono 20 ore che giriamo!! Andiamo a nanna, da domani si riprende a coltivare il kendo in casa.