Kendo nelle Marche


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“Il Kendo che vorrei”

Mentre stavamo organizzando l’inaugurazione del nostro dojo ed il 6° Trofeo dell’Adriatico siamo venuti a conoscenza dell’uscita di questo libro. “Il Kendo che vorrei. Proposta per una nuova forma di shiai“.

Il testo è stato scritto da Otsuka Tadayoshi Sensei e tradotto in lingua italiana da Ornella Civardi, con la collaborazione di Lorenzo Zago e di Marco Dal Zovo, colui che ha dato lo spunto nell’iniziare il lavoro di traduzione e che ha soprattutto messo a disposizione il testo in lingua giapponese.

Conosciamo il nome di Otsuka Sensei dal tradizionale seminario organizzato dall’Heki Sui Kan, che è giunto proprio quest’anno alla decima edizione, ed al quale abbiamo partecipato cinque anni fa.

Il libro è stato scritto dal Maestro nel 2004, mentre le sue condizioni di salute si stavano aggravando, e crediamo questa sua condizione fisica abbia in qualche modo accentuato l’urgenza e la necessità di lasciare un messaggio così forte sul futuro e l’evoluzione del kendo a tutti gli appassionati.

 

Nell’affrontare le varie tematiche, Otsuka Sensei riporta in numerosi passaggi la sua convinzione circa il fraintendimento del principio per cui “lo shinai è  la spada dei samurai”.

“La spada del samurai è fatta per ferire ed uccidere, e la tecnica con cui è usata a quello deve mirare. Lo shinai al contrario non deve servire a far del male all’avversario, perciò la sua tecnica è fatta di colpi indirizzati a punti prefissati”

Secondo il Maestro lo spirito con cui si maneggia lo shinai pensandolo appunto come “spada dei samurai” rischia di scatenare in alcuni casi comportamenti violenti, ed è per questo che si augura un ripensamento verso un “un kendo dello shinai”. E’ sì affascinante pensarsi guerriero, ma “che senso ha nella società attuale pensare lo shinai come spada del samurai”?

Di fronte a tali interrogativi è difficile avere una visione chiara e precisa, ma leggendo come il Maestro Otsuka sviscera gli argomenti nel più minuzioso dettaglio, non mancano di certo le riflessioni che il lettore si trova a farsi.

Attorno a questo profondo dibattito, Otsuka Sensei affronta argomenti attualissimi come ad esempio la possibilità che il Kendo diventi disciplina olimpica, od il dibattito tra praticanti riguardo l’assegnazione del punto a fronte di un sistema di valutazione troppo articolato e per il quale propone soluzioni inedite!

Da lettore si rimane colpiti dall’urgenza comunicata dal Maestro nell’evolvere il Kendo. Molti di noi rivedono questa meravigliosa arte marziale come cassaforte di tradizioni culturali e non solo, mentre Otsuka Sensei evidenzia chiaramente la necessità di far evolvere il kendo evitando il rischio che “questo si trovi in una situazione di stagnazione”.

Altro tema forte del libro è il desiderio di modificare la gestione del kendo a livello federale. Secondo l’autore, un sistema piramidale basato sul grado non va nella direzione di riforma del regolamento, soprattutto se i parametri di valutazione durante gli esami non sono affatto chiari.

E’ quindi abbasta chiaro che Otsuka Sensei, affianco a tantissimi spunti di riflessione profondi ed interessanti, voglia un cambiamento radicale. Non mancano poi valutazioni di tipo economico. A titolo di esempio vengono riportati gli introiti per la federazione giapponese derivanti dagli esami. Fondi che rappresentano il 70% delle entrate complessive della federazione. Secondo Otsuka Sensei queste somme non vengono reinvestite adeguatamente per la divulgazione del kendo.

“Non esiste un altro sport in cui, dopo trent’anni e undici Campionati moniali, lo stesso paese continua a monopolizzare le prime posizioni. Una situazione di questo tipo rivela gravi problemi strutturali (Kendo Jidai giugno luglio 2002).”

Sono considerazioni molto forti quelle di Otsuka Sensei. Non troviamo infatti solo affermazioni di carattere tecnico o filosofico, ma una visione molto ampia di quello che dovrebbe essere il Kendo secondo il suo punto di vista.

Vista la delicatezza dei temi trattati ed il nostro consueto approccio da “elefante in un negozio di cristalli” ci asteniamo nel fare alcuna valutazione di merito, ma siamo assolutamente certi che questo è un testo che non lascia indifferente il kendoka moderno. Lo stuzzica costringendolo a farsi domande, a trovare anche delle risposte che non sapeva di avere. Un testo con diverse citazioni di Maestri che conosciamo grazie ai seminari federali e privati.

A tutti gli effetti, un must per un appassionato di kendo.

Se siete interessanti all’acquisto contattate via mail Jacopo Grandi alla mail jacopograndi@libero.it