Il presidente Moretti lo aveva anticipato qui.
Lo scorso sabato, all’interno della puntata di Dribbling, è stato trasmesso il servizio di Giulio Guazzini sul 110° Kyoto Taikai.
Andate al minuto 17.39 del seguente link 😉
Il presidente Moretti lo aveva anticipato qui.
Lo scorso sabato, all’interno della puntata di Dribbling, è stato trasmesso il servizio di Giulio Guazzini sul 110° Kyoto Taikai.
Andate al minuto 17.39 del seguente link 😉
Stiamo lavorando per pubblicare i video del 110° Kyoto Taikai, ma nel frattempo desideriamo pubblicare il video ed la fotografia relativa al Tachiai anunciato dal Presidente Moretti nell’intervista che trovate qui.
Quelli che vedete in foto sono appunto il M°Moretti ed il M°Miyazaki Kentaro, vicino l’ingresso del mitico Butokuden.
Ecco il tachiai 😉
I più attenti lettori del blog avranno sicuramente notato nella foto sopra un microfono “Rai sport”.
Bene, proprio il Presidente Moretti ha annunciato sul blog che una troupe Rai sarebbe stata a Kyoto per realizzare uno speciale su quest’importantissimo evento.
Dire che siamo curiosi di vederlo è poco… 😉
proseguiamo l’intervista con la 2° ed ultima parte dell’intervista a Gianfranco Moretti, Presidente della Confederazione Italiana Kendo, iniziata qui.
*** *** ***
K.N.M.: Tra i pochi testi in lingua italiana sul kendo troviamo quello scritto da lei e pubblicato nel 1988. L’ha riletto recentemente? Cosa prova quando pensa al periodo in cui è stato scritto?
G.M.: Mi piacciono i disegni di Salvatore Bellisai e la foto in ultima pagina dove sono con gli amici (che ho rivisto lo scorso anno) della polizia di Kobe. Per il resto è un libro scolastico che allora andava bene perché quasi nessuno conosceva il kendo e , forse , poteva aiutare un minimo approccio. Sottoscrivo infine la mia pagina iniziale dove spiego sostanzialmente che il miglioramento della tecnica è direttamente proporzionale al numero di volte che si indossa il men come a dire che nessun libro di kendo ci può essere più utile di un buon allenamento nel dojo.
K.N.M.: Anche se non sono passati secoli ma solo pochissime decine d’anni, osservando video di Kendo di quel periodo notiamo che dal punto di vista tecnico sicuramente c’è stata un’evoluzione, o comunque un cambiamento. E’ stato perso qualcosa, tecnico e non, che secondo lei varrebbe la pena recuperare?
G.M.: Il mondo evolve e con lui , ovviamente anche il kendo. Quello che si è naturalmente perso è il legame diretto con i Maestri delle origini , quei noni e decimi dan che i nostri maestri attuali più anziani hanno avuto la fortuna di seguire direttamente ed erano ammantati di un’aura “marziale” che è quasi impossibile scovare oggi anche in Giappone.
K.N.M.: Ci parli dei suoi riferimenti, dei Maestri che l’hanno segnata maggiormente.
G.M.: Come ho detto ho iniziato con Kentaro Miyazaki e senza il primo mattone non si può costruire nulla. Tra l’altro vi comunico in anteprima che al prossimo Kyoto Taikai il mio Tachiai sarà proprio contro il mio primo Maestro (nessuno pensi che vi sia stata pressione sugli organizzatori…). (nd.r. qui il tachiai dello scorso anno)
Ho seguito poi Nobuo Hirakawa che è sempre stato con noi generosissimo di attenzioni ed insegnamenti.
Nei momenti comunque , soprattutto agli inizi , dove non vi erano Maestri giapponesi sempre mi era di grande aiuto l’insegnamento di Azeglio Babbini che forse anche voi avete potuto conoscere anche se ora è un po’ acciaccato.
Poi ho due cari amici delle cosiddette nuove generazioni che sono Masahiro Koyama e Kazuiko Tani : devo dire che sono molto fortunato nelle amicizie…
Come praticante, atleta della nazionale , responsabile tecnico federale e poi presidente ho comunque conosciuto, frequentato, apprezzato e stimato un innumerevole lotto di Maestri che qui non elenco ma con i quali ho rapporti di stima, spero reciproca, che vanno al di là della mera conoscenza e tutti mi hanno insegnato qualcosa perciò, quando li incontro, non manco mai di ringraziarli.
K.N.M.: Qual è tra tutti i Maestri di nuova generazione che più l’ha colpita e perché?
G.M.: Vi sono tantissimi giovani fenomeni soprattutto al top dell’agonismo in Giappone, passata una certa età alcuni un po’ si perdono ed altri, al contrario modellano le loro doti passando dall’essere un campione al diventare un Maestro: in generale ammiro chi riesce a fare questo passaggio che non è per niente facile e scontato.
K.N.M.: In rete abbiamo letto alcuni articoli e commenti su come manifestare la propria gioia a fine incontro in shiai, anche quando il risultato raggiunto è letteralmente storico come nel caso dell’Italia al 26° EKC. Qual è la sua opinione al riguardo?
G.M.: La Nazionale Italiana è universalmente riconosciuta tra le più rispettose dell’etichetta, fino all’ultimo chi era dietro alla squadra è stato composto. Quando abbiamo vinto hanno educatamente esultato considerando che, anche giustamente, erano sovrastati da un palazzetto in buona parte “casalingo”. Non vedo quindi nessun comportamento censurabile come non consono al nostro mondo.
K.N.M.: L’Italia ha avuto l’onere o l’onore di ospitare la 15° edizione dei campionati mondiali: sono trascorsi quasi due anni e certe emozioni lasciano sicuramente spazio a maggior lucidità d’analisi. Cosa ha significato per lei quell’esperienza e che tipo di feedback a livello di crescita ha apportato alla nostra federazione quest’impegno di primissimo piano?
G.M.: Grazie anche a quell’evento che per noi organizzatori rimarrà come indelebile ricordo , la CIK gode ormai di un prestigio internazionale inattaccabile . Per quanto riguarda la crescita complessiva io mi auguro che l’aver potuto ospitare un campionato di quel calibro che, ricordo, ha avuto anche un record di presenze (leggi vendita di biglietti) sugli spalti abbia dato una nuova spinta di entusiasmo per chi tra i nostri associati desidera promuovere le nostre discipline.
K.N.M.: Qual è la sua opinione riguardo la possibilità che il Kendo diventi sport olimpico?
G.M.: Non credo che il kendo possa diventare disciplina olimpica e, onestamente, la cosa non mi preoccupa…
K.N.M.: Quale obiettivo si è dato come Presidente CIK e quale come kendoka?
G.M.: Come Presidente il mio obiettivo attuale è quello di lasciare la CIK in buone mani e quindi, insieme al Consiglio, dobbiamo sforzarci di creare una nuova e motivata classe dirigente che ci possa in fretta sostituire.
Come Kendoka mi piacerebbe sempre cercare di migliorare la tecnica e lo spirito ma il tempo passa inesorabile e questo obiettivo è sempre più difficile da perseguire.
Di sicuro almeno una volta proverò a fare l’esame per ottavo dan per poter raccontare ai nipoti di esserci stato.
K.N.M.: Chiudiamo con una curiosità prettamente tecnica di un nostro amico e collaboratore…
Dobari o Koto? E perché?!
G.M.: Dipende dalle tecniche che si prediligono , io uso Dobari , a Voi scoprire le mie tecniche.
Oggi abbiamo il piacere di ospitare su questo blog Gianfranco Moretti, attuale Presidente della nostra federazione, che ringraziamo sinceramente per la disponibilità dimostrataci.
Le domande che leggerete sono il frutto del nostro approccio al kendo ed alla sua divulgazione; abbiamo chiesto infatti ai nostri collaboratori quali curiosità volevano soddisfare grazie alla disponibilità del Presidente Moretti; queste sono state raggruppate nella migliore sintesi possibile di un lavoro collettivo.
Grazie quindi a tutti voi che avete contribuito ;-).
*** *** ***
K.N.M.: Partiamo dal recentissimo successo degli Europei 2014! L’Italia non è nuova nel portare i suoi atleti in zona medaglie, soprattutto nell’ultimo decennio. Ma da quel che leggiamo nel’albo presente a questo link, non era mai successo di vincere la medaglia d’oro nella competizione a squadre. Ci siamo rifatti delle 25 edizioni passate “bissando” sia nel torneo maschile che femminile!
Qual è stato il suo primissimo pensiero da Presidente della Federazione quando abbiamo vinto la prima medaglia a squadre femminile e quale invece dopo il bis dei ragazzi?
G.M.: Quando un risultato si raggiunge per la prima volta come giustamente sottolineate, si può parlare effettivamente di “risultato storico” senza essere smentiti.
Eravamo partiti in sordina e, almeno con le femmine, non eravamo i favoriti, quindi alla prima vittoria, macinata con pazienza incontro dopo incontro, pur essendo consapevole della loro forza, oltre alla gioia vi è stato anche un piacevole senso di sorpresa come quando si riceve un regalo inaspettato. I giorni seguenti invece, forti proprio del risultato femminile e del riconoscimento del fighting spirit al nostro juniores, i risultati ci hanno fatto gioire ma eravamo più consapevoli di poterli raggiungere e quindi un piacere diverso, come quando ti arriva una ricompensa che tu giudichi giusta e meritata.
credits – CIK
K.N.M.: Quali sono stati gli ingredienti che hanno portato a questo successo e che in passato secondo lei sono mancati?
G.M.: Non vi sono mancanze passate o ingredienti misteriosi altrimenti sarebbe troppo semplice.
Le gare singolarmente si svolgono in una giornata, in questa giornata occorrono una serie di congiunzioni astrali che vanno dall’essere in perfetta forma fisica ad avere un buon sorteggio, ad essere ben arbitrato ecc. ecc. Altri anni siamo stati ad un passo dalla vittoria a squadre ma, evidentemente, qualche situazione non si era volta a nostro favore come spesso può capitare.
K.N.M.: In che misura ha contribuito al risultato dei 26° EKC il nuovo metodo di “scrematura” della rosa adottato nell’ultimo periodo?
G.M.: Credo che il nostro staff tecnico abbia lavorato al meglio, sulla scrematura non entrerei nel merito perché, in particolare quest’anno, ho potuto presenziare ad un solo allenamento, peraltro condotto oltre che da Walter Pomero anche dal maestro Masahiro Koyama, grande amico della CIK.
Certo sono sicuro che lo staff tecnico non si siederà sugli allori ma per il prossimo anno dei Campionati Mondiali a Tokyo sta già pensando a nuove tipologie di allenamento per raggiungere altri storici risultati . (durante gli europei l’Italia ha trovato il tempo di allenarsi anche con la squadra USA al completo che ormai, posso dire si è gemellata con noi)
K.N.M.: Scendiamo vertiginosamente dai Campionati Europei e caliamoci verso le piccole realtà di provincia. Che suggerimenti si sente di dare ai dojo, soprattutto quelli meno strutturati, per poter “capitalizzare” quest’importantissimo risultato ai Campionati Europei per avvicinare nuovi praticanti?
G.M.: Come Federazione cercheremo di dare il maggior risalto mediatico possibile a questo evento anche se, come sappiamo, gli sport più in voga sono altri…
Quello che può forse interessare ed attrarre i praticanti è il sapere che la CIKè un’eccellenza europea in termini di organizzazione, di tecnica e soprattutto di “cuore.”
K.N.M.: L’Italia è tra le prime nazioni in Europa e non solo dal punto di vista agonistico. Nonostante ciò, il livello di visibilità sui media tradizionali e non, è abbastanza limitato. E’ una scelta voluta quella di non “confondersi” con sport più popolari così da mantenere un approccio più marziale possibile alla disciplina?
G.M.: Abbiamo da poco rinnovato il contratto con Rai Sport ed anche loro ci chiedono meno agonismo e più arte marziale intesa come filosofia e cultura: vedremo di accontentarli. Come primo appuntamento li porteremo direttamente al Kyoto Taikai per realizzare un importante e, speriamo , interessantissimo “speciale”.
K.N.M.: Nel nostro piccolo, come dojo privato, abbiamo cercato di allacciare rapporti con alcune strutture scolastiche ma l’impresa è davvero ardua. Le Scuole oltre ad avere risorse ridottissime, spesso privilegiano sport di massa, o comunque più conosciuti. Crede che un coordinamento a livello nazionale, se non addirittura un progetto mirato per promuovere il Kendo negli istituti scolastici, possa essere un veicolo efficace per divulgare la nostra amata arte marziale?
G.M.: Abbiamo persone che al nostro interno cercano di portare avanti un progetto scuola che possa essere poi utilizzato da tutti i dojo interessati, appena ci saranno notizie le divulgheremo.
K.N.M.: Usciamo un attimo dal ruolo federale che ricopre per trattare il suo rapporto con il Kendo. Quando ha iniziato ad avvicinarsi a questa disciplina e cosa l’ha spinta ad impugnare la shinai?
G.M.: Ero un judoka fin dalla tenera età e nel 1978 ho iniziato a praticare con il Maestro Kentaro Miyazaki all’epoca quinto dan; da allora non ho più smesso.
K.N.M.: Com’è cambiato il suo approccio al Kendo nel corso degli anni?
G.M.: Vi sono state tante evoluzioni, al momento sto cercando di studiare il kendo delle persone anziane anche perché comincia a riguardare anche me. Sono molto interessato a conoscere i segreti di questi Maestri che anche in età pensionabile continuano a praticare con intensità ed efficacia straordinarie anche con la normale ed irreversibile diminuzione della forza fisica.
E’ su questo punto , credo , che si delinea più chiaramente la demarcazione tra sport ed arte marziale.
Rimanete sintonizzati per la 2° parte…
Dopo aver pubblicato il video del Responsabile della Nazionale W.Pomero, ora tocca al Presidente Gianfranco Moretti, anch’egli presente all’ultimo Taikai tenutosi a Kyoto.