Kendo nelle Marche


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“Research, Work and… Kendo!” a cura di F.Visentin – 2° puntata

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** Tokyo Murashino Chuo kendo-kai **

Urca, è già passato quasi un mese da quando ho scritto l’ultimo post. Vi avevo promesso un bel po’ di cose ma tra riunioni e impegni vari non sono riuscito a scrivere niente.

Ci siamo lasciati l’ultima volta con un’introduzione sul perché sono qui e di come sono divisi gli allenamenti all’Università di Tsukuba tra i vari club.

In questo post vi racconterò il mio primo allenamento dell’anno in Giappone.

Come alcuni di voi sapranno, mi trovo in Giappone da qualche mese (esattamente dallo scorso gennaio), quando sono partito non ho impacchettato il mio bogu nel bagaglio, ma l’ho spedito via posta per una questione di comodità (i chilogrammi del bagaglio in stiva erano un po’ pochi e ho preferito sfruttarli per portare con me altre cose). Mentre ne  aspettavo l’arrivo, non potevo fare altro che partecipare agli allenamenti come spettatore non regolare. Nelle mie varie visite, mi sono fatto un’idea sul come venissero strutturati gli allenamenti e ho avuto modo di conoscere alcuni membri dei vari club. La voglia di partecipare più attivamente era tanta, e continuavo a contare i giorni all’arrivo della mia armatura.

Finalmente mi chiama il postino per informarmi (rigorosamente in giapponese) che deve consegnarmi qualcosa. Era lei, finalmente era arrivata! Concordato l’orario di consegna (ovvero poco più tardi) mi è stato recapitato il pacco. Non ho perso tempo e mi sono subito messo in contatto con un Sempai (Gil) del Dojo per farmi dire dove potessi recuperare degli shinai. Il negozio che mi è stato indicato si trova a Tsuchiura, una cittadina a circa una mezz’oretta di bus da Tsukuba. Non mi sono fermato molto, la mia missione era quella di trovare il negozio (non semplice visto che al tempo non avevo un telefono locale e nessuna mappa a portata) e fare i miei acquisti. Fortunatamente il posto era abbastanza vicino alla stazione e facile da raggiungere.

Viottolo – – Foto di Francesco Visentin dell’ En Kei Kan Verona

Negozio – Foto di Francesco Visentin dell’ En Kei Kan Verona

Come potete vedere dalle foto, non si tratta di una grande azienda ma piuttosto di un negozio a conduzione familiare. All’interno dello 振武堂 (shinbudou), c’era una buona scelta di prodotti con prezzi più che buoni considerando la qualità del materiale che vendevano. Dietro il bancone c’era il padre che era intento nel riparare dei Kote mentre a servire i clienti c’era il figlio. Con un po’ di fatica sono riuscito a farmi capire e a comprare quello che mi serviva; preso dall’entusiasmo mi sono lanciato in una breve conversazione per ottenere informazioni sul quanto costasse sistemare i miei kote. Magari può non interessarvi, ma la sostituzione di due palmi con materiale di qualità “normale” viene sui 10.000Y (~70€), mentre di buona qualità si parla di poco più di 15.000Y (~100€). La cosa che risulta strana, però, è che spesso qui si tende a non riparare i kote perché se ne possono comprare di buona qualità per più o meno lo stesso prezzo. Ovviamente se la qualità dei vostri kote è buona, vi consigliano di ripararli.

Tornato a Tsukuba ero pronto per praticare. Quindi, contatto il mio amico Gil e ci accordiamo per il giorno e l’ora. Sfortuna vuole però che il budoukan fosse chiuso quel giorno e che rimanesse chiuso anche per le successive settimane. Entrambi eravamo all’oscuro del fatto che la pratica fosse stata sospesa causa vacanze primaverili (febbraio-marzo). In Giappone l’anno accademico, lavorativo e penso anche quello fiscale, inizia in Aprile e si conclude nel Marzo dell’anno successivo. Le scuole hanno dei periodi di pausa tra Febbraio e Marzo e tra Agosto e Settembre. Non sapendo che fare ho dovuto trovare un ripiego temporaneo, mi sono quindi messo in contatto con una nostra amica che ha sia il marito che la figlia che praticano in un Dojo pubblico a Tokyo.

Il Dojo, 武蔵野中央剣道会  (Musashino Chuo kendo-kai), si trova a Nishi-Tokyo un quartiere nella periferie (se si può chiamare cosi) di Tokyo. La struttura in cui si trova è un enorme complesso sportivo che ha palestre di ogni genere, piscine, campi da calcio/tennis e, ovviamente, tutto il necessario per le varie discipline locali (ad esempio Dojo di Kendo, Karate, Judo, Kyudo, ecc.).

Dojo di Kyudo – Foto di Francesco Visentin dell’ En Kei Kan Verona

Dojo di Kendo – Foto di Francesco Visentin dell’ En Kei Kan Verona


Gli allenamenti sono il mercoledì e sabato sera (18:45~21) e la domenica mattina (9~11:45). Per togliermi la voglia ho fatto il possibile per rimanere a Tokyo dal venerdì alla domenica e poter praticare il più possibile. Per fare questo ho approfittato della nota ospitalità Giapponese e sono quindi stato ospite di questi amici per quasi tutto il week-end. La loro generosità ed ospitalità è proverbiale e non saprò mai come sdebitarmi.

Ma torniamo agli allenamenti… questi sono divisi essenzialmente in due parti: una prima parte (~1:15) dedicata alle basi e all’allenamento dei bambini, ed una seconda parte dove praticano tutti assieme grandi e bambini. È bellissimo vedere questi piccoletti, che hanno anche 4-5 anni, picchiarsi e picchiarti come forsennati. Ovviamente sono bravissimi, velocissimi, e la cosa più importante, felicissimi.
Come dicevo, la prima parte degli allenamenti è focalizzata sulle basi. La presenza dei bambini porta ad un atteggiamento più giocoso nell’esecuzione degli esercizi, nonostante questo si cerca anche di mantenere un certo livello di serietà. Dopo un breve ma intenso riscaldamento — corse varie, scatti, stretching — si passa allo studio del movimento dei piedi (ashisabaki) muovendosi in suriashi, okuriashi, tsugiashi, ayumiashi, hirakiashi con e senza lo shinai in mano. Belli caldi, si inizia con i kihon: suburi, suburi, e ancora suburi. Molte volte vengono sottovalutati perché si pensa siano “noiosi” ed “inutili” ma nel farli (bene) si impara sempre qualcosa in più. So che è una cosa ovvia da dire, ma ogni volta è utile ricordarlo. Lo studio dei kihon poi continua con l’armatura; i piu piccoli che hanno l’armatura girano con tutto il gruppo, gli altri rimangono fermi in fila davanti ad uno degli adulti. Gli esercizi sono molto basilari: kirigaeshi, men, kote-men, kote-dou. Per finire il tutto un po’ di kakarigeiko con turni molto brevi, 4-6 azioni e quindi cambio di ruolo.

Finito l’allenamento dei bambini, cominciano ad apparire altri adulti che vengono a recuperare i più piccolini o ad unirsi alla pratica. Dopo una breve pausa, in cui tutti si salutano e commentano la pratica, inizia la seconda parte dell’allenamento.
Quella sera, nel Dojo ci saranno state circa una 30ina di persone con gradi di tutti i tipi fino al 7° Dan. Tutti molto disponibili e contenti di vedere stranieri interessati alla loro cultura. La struttura dell’allenamento non cambia di molto, si evita solamente la parte della corsa e degli scatti, e si aggiunge alla fine un mawarigeiko o un jigeiko libero. Com sempre, finita la pratica, ci sono i vari saluti e ringraziamenti seguita dai commenti sulla pratica e su cosa si possa fare per migliorare.

Normalmente, l’allenamento della domenica è identico a quello del sabato sera a cui si aggiunge una mezz’ora libera per lo studio dei Kata. Quella domenica, per mia grande fortuna, avevano un ospite: il Maestro 下田先生 (Shimoda-sensei), 7° Dan Kyoshi, della polizia di Tokyo. Il Maestro è anche il responsabile di tutti i Dojo dell’area e di volta in volta va in visita per tenere degli allenamenti speciali (tipo stage). Gran parte dell’allenamento di quel giorno era impostato sui kihon senza armatura. Terminati gli esercizi si è messo il men, si è fatto un giro di kirigaeshi e quindi jigeiko libero. Inutile dire che la fila per il maestro era lunghissima, ma a differenza di quello che si vede fuori dal giappone qui non si perde tempo ad aspettare (spesso i Maestri ci rimproverano proprio per questo). Se ci sono troppe persone in fila semplicemente ci si sposta da un’altra parte dove non c’è nessuno o con un compagno e si inizia il jigeiko. La persona che è davanti a noi in maniera molto naturale ci tiene il posto e a volte ci avvisa quando sta per arrivare il nostro turno. In questo modo si hanno maggiori possibilita di praticare con tutti e non si blocca l’allenemanto.

Allenamento domenica – Foto di Francesco Visentin dell’ En Kei Kan Verona

Allenamento domenica – Foto di Francesco Visentin dell’ En Kei Kan Verona

Finito il tutto, me ne sono tornato a casa esausto, contento e del tutto soddisfatto.
Sono stati dei giorni molto intensi sopratutto perché i ritmi dell’allenamento erano diversi da quelli a cui ero personalmente abituato oltre per il fatto che ero un bel po’ fuori forma per la non pratica. L’allenamento e le parole dei Maestri sono stati molto utili, ho imparato molto e (forse) ho capito quello che dovrei fare per migliorare i miei molti difetti. Mi aspettavano ancora un po’ di settimane di pausa prima che gli allenamenti a Tsukuba riprendessero, ma per il momento avevo appagato la mia voglia di kendo.

Stay tuned!

Francesco Visentin – En kei Kai Verona 

www.ekkdojo.com