Kendo nelle Marche


1 Commento

Stage M° Daiki Kiwada & M° Christopher Yang

kiwada-yang-stage-kendo-trieste.jpg.jpeg
Questo weekend sono state soddisfatte le aspettative di molti kendoka italiani e non grazie all’iniziativa dello Yume Shin, che ha visto come protagonisti il M° Daiki Kiwada (7°dan della polizia di Osaka, vincitore dell’All Japan Kendo Championship 2012, capitano della nazionale giapponese fino al 2012)d il M° Christopher Yang (7°dan, capitano della nazionale USA e vice campione a squadre ai mondiali di Taiwan).
Due diversi approcci al Kendo, come spiegava Yang, uno amatoriale e l’altro professionista, entrambi però in grado di trasmettere grande passione ed impegno.
Il tutto si è svolto in un clima amichevole e cordiale, quasi fosse una pratica tra “vecchi amici”.
Dietro a questi due grandi nomi però si sono dimostrate anche due grandi persone, come ha sottolineato Christan Filippi, le quali  non si sono risparmiate in consigli ed aneddoti personali.
Le giornate si sono svolte in questo modo:
la pratica del sabato mattina è stata condotta dal M° Kiwada, dopo i suburi iniziali e diversi consigli spesi per migliorare la nostra attitudine eseguendoli, ha da subito dato molta importanza al movimento dei piedi, dimostrando anche in seguito quanto sia indispensabile avere un buon ashi sabaki; è seguita una sessione di kirikaeshi (spronandoci a tentare di eseguire quanti più tagli possibile con un solo respiro) e di uchikomi-geiko.
a metà mattina i partecipanti sono stati divisi in due gruppi, dal 2° dan in giù seguiti da Yang e gl’altri da Kiwada,
in questa parte è stata data molta importanza al ruolo di motodachi, senza il quale il compagno non può realmente migliorare; partendo dal seme abbiamo lavorato su tecniche doppie, contestualizzando l’esercizio in situazioni reali di shiai, concludendo con il concetto che ognuno di noi deve trovare e sviluppare il proprio seme.
Dopo un generoso pasto offerto dallo Yume Shin la pausa si è conclusa con un momento, a mio parere, al quanto raro…i maestri si sono messi a disposizione per rispondere alle nostre domande, riguardanti sia il kendo che questioni di carattere personale.
Questa loro disponibilità ha messo in luce la loro umiltà, ricordandoci che anche loro amano il Kendo e praticano e si impegnano proprio come noi (beh…non proprio come noi…..)
Il sabato pomeriggio la conduzione dei due gruppi è stata invertita, permettendo così a tutti di praticare con entrambe i maestri.
Per metà del pomeriggio Yang ha focalizzato la pratica su possibili situazioni reali durante uno shiai ed in particolare come risolvere situazioni di stallo dovute ad una parata, quindi a come concludere l’azione e successivamente a come creare volontariamente queste situazioni per portarle a nostro vantaggio!
L’ultima parte della giornata di sabato si è conclusa con un doveroso jigeiko libero, naturalmente apprezzato da tutti.
Come da premesse del giorno precedente, la domenica mattina la pratica ha preso una piega più impegnativa iniziando con una buona dose di suburi ed a seguire diversi esercizi a coppie e non, per sviluppare ashi sabaki, sviluppare la spinta della gamba sinistra ed acquisire un buon tenouchi. Per concludere, anche se con poco tempo a disposizione, jigeiko libero.
Dopo la pausa pranzo è stato ritagliato nuovamente un po’ di tempo per rispondere alle nostre domande.
Il pomeriggio invece è stato dedicato interamente allo shiai, dividendo in tre gruppi i partecipanti per le “competizioni” individuali. Ho messo le virgolette perché pur parlando di shiai l’obiettivo che mi è parso di cogliere non era tanto quello di spiccare sugl’altri, ma quello di cercare di mettere in pratica ciò che è stato trasmesso in questo seminario.
Un seminario così non poteva che concludersi con un gran finale, una competizione a squadre con il metodo kachinuki (chi vince resta) divisa in due squadre da più di venti persone ciascuna, che ha messo nell’aria un bel clima di tensione e motivazione nei confronti dei propri compagni (forse dovuto soprattutto al fatto che i perdenti avrebbero dovuto fare 100 suburi…).
Comunque sia credo sia stato raggiunto lo scopo di avvicinare tra loro i partecipanti, di incontrare vecchie amicizie e di crearne delle nuove, di faticare assieme per una disciplina che amiamo e di trovare uno stimolo per impegnarci ogni volta sempre un po’ di più…
Quando le cose vanno bene si dà tutto per scontato… ma credo che il merito della buona riuscita di questo incontro non sia dovuto solo ai maestri Yang e Kiwada, ma anche a Christian Filippi, Elisabetta Attene ed a tutti i componenti dello Yume Shin che hanno fatto sì che non ci siano stati imprevisti!
Marco Tamaro
Nami Kendo Dojo – Trieste


17 commenti

BU TOKU MU KYO

  English version

Dopo avervi presentato assieme alla collaborazione degli amici dell’A.R.K. il seminario del M° Chiba 8°dan Hanshi, siamo onorati di poter aver il prezioso contributo dell’attuale direttore tecnico della nostra federazione, Livio Lancini 7°dan Renshi per raccontare storia ed aneddoti riguardo questo seminario che per i trascorsi che leggerete, è un bellissimo spaccato della storia del Kendo in Italia degli ultimi 15 anni ed oltre…

KNM: Ciao Livio, nell’attesa di poterti riservare un’intervista personale, cogliamo l’occasione per presentare un seminario che ci ha colpito sotto molti aspetti. Svelaci intanto com’è nato, le sue origini e la sua storia.

L.L.: Ciao! innanzitutto desidero ringraziare voi della redazione di Kendo nelle Marche per lo splendido lavoro di ricerca ed informazione che state facendo e per la possibilità che mi date nel raccontare di questo, lasciatemelo dire,  bellissimo evento.

In realtà ci sarebbe molto da dire, cercherò di essere conciso il più possibile:

Nell’estate del 1997 abbiamo il primo esperimento di stage estivo a Trieste, nato dall’esigenza di praticare anche durante l’estate e dal forte legame nato fra il gruppo di Brescia e quello di Trieste nella persona di Jerry Ferlan  (che per anni sarà l’organizzatore referente di tutti gli stage successivi a Trieste).

All’inizio si mettono assieme una decina di kendoka (prevalentemente bresciani e triestini) per praticare durante una settimana di agosto e contemporaneamente vivere assieme esperienze di mare e discussioni sul kendo, il tutto sotto la mia direzione (all’epoca 5° Dan).

Stage Trieste 1997 – credits: Nami Kendo Dojo Trieste

Già l’anno successivo altri kendoka si aggregano a questa nuova esperienza che viene diretta da Lorenzo Zago (all’epoca 6° Dan).
Nell’agosto del 1999 il seminario estivo compie un salto di qualità. Lorenzo Zago riesce a portare una maestra giapponese, Miss Yuko Takahashi (6° Dan) dell’università di Aichi.

Miss Y.Takahashi – renshi 6° dan  –  credits: Nami Kendo Dojo Trieste

L’estate successiva l’esperienza si ripete con Miss Takahashi (6° Dan), stavolta il seminario si allarga a diverse città italiane ed ad una delegazione di atleti tedeschi dell’università di Mainz sotto la guida di Frank Jaehne (3° Dan), dando al seminario un nuovo aspetto Internazionale.

Ad agosto 2001 ritorna, dopo 10 anni, Shigenori Mizuta Sensei  kyoshi 8° Dan (che era stato ospite dell’AIK nel dicembre 1991) ed il gruppo dell’ Università di Mainz ritorna sempre più numeroso.

Shigenori Mizuta Sensei – kyoshi 8° dan – credits: Nami Kendo Dojo Trieste

Shigenori Mizuta Sensei – kyoshi 8° dan – credits: Nami Kendo Dojo Trieste

Ad agosto 2002 abbiamo con noi nuovamente Mizuta Sensei

Stage Agosto 2002 – credits: Nami Kendo Dojo Trieste

Nell’agosto del 2003, per impegni Mizuta non può intervenire allo stage estivo, e ci introduce un suo amico , Tatsumi Sensei kyoshi 7° Dan.

Jerry Ferlan e Tatsumi sensei – credits: Nami Kendo Dojo Trieste

Nell’agosto del 2004 lo stage fa un notevole salto di qualità con Tani Katsuhiko sensei (all’epoca kyoshi 7° dan, maestro che era già stato in precedenza in Italia su invito dell’AIK – Associazione Italiana Kendo) che viene accompagnato da alcuni istruttori della prefettura di Gunma:

Manabu Obata Sensei Kyoshi 7° Dan

Nobuyoshi Negishi Sensei Renshi 6° Dan

Takeshi Ushioda Sensei Renshi 6° Dan

Quell’anno lo stage ha un notevole riscontro di presenze, quasi 100 iscritti, e lo stage si consolida definitivamente.

Stage Agosto 2004 – credits: Nami Kendo Dojo Trieste

Successivamente gli inviti al Maestro Tani vengo ripetuti, e lui prende a cuore quest’evento tornando ogni estate accompagnato da altri maestri di sua conoscenza

Stage Agosto 2005 – credits: Nami Kendo Dojo Trieste

Nel 2006 il Maestro Tani passa l’esame di 8° dan e torna a Trieste nella sua nuova veste di ottavo dan con la seguente delegazione:

Katsuhiko Tani Sensei Kyoshi 8° Dan

Takashi Aoyagi Sensei 7° Dan

Tomohiro Morita 7° Dan

Mayumi Sorimachi 6° Dan

Aoyagi Sensei, kyoshi 7° dan – credits: Nami Kendo Dojo Trieste

nell’Agosto 2007 con la seguente delegazione:

Katsuhiko Tani Sensei Kyoshi 8° Dan, Yoshio Kobayashi Sensei 7° Dan e Yohichi Kasahara Sensei 7° Dan

Stage Agosto 2007 – credits: Nami Kendo Dojo Trieste

nell’Agosto 2008 :

Katsuhiko Tani Sensei Kyoshi 8° Dan

Yoshio Kobayashi Sensei Kyoshi 7° Dan

Masaki Negjhishi Sensei Kyoshi 7° Dan

Stage Agosto 2008 – credits: Nami Kendo Dojo Trieste

Nell’agosto del 2009 abbiamo il grande cambiamento. La Società Ginnastica Triestina (che fino ad allora ospitava l’evento) deve compiere alcune ristrutturazioni, e Jerry Ferlan, con suo grande rammarico, non può più dare la disponibilità ad organizzare questo bellissimo evento.

Di conseguenza siamo costretti ad annullare lo stage che era comunque stato programmato. Il M° Tani  c’informa che per lui non è un problema e si rende disponibile a tornare l’anno successivo nel caso ci si riesca ad organizzare nuovamente.

Devo ammettere che personalmente pensavo questa fosse la fine naturale di un evento che si era ormai ripetuto per più di 12 anni.

Se non che’, la richiesta assillante e l’entusiasmo da parte di alcuni affezionati di organizzare nuovamente questo evento,  in primis Bernardo Cipollaro dell’Ittoryu Kai di Firenze, mi spronano a ripetere l’esperimento.

Bernardo Cipollaro  trova subito una nuova location montana per questo seminario nell’incantevole paese di Bedollo (TN).

Il notevole riscontro di partecipanti (più di 80 persone nel corso dei 5 giorni, anche provenienti da Germania, Olanda, Inghilterra), ci ha incoraggiato a ripetere questo evento nella stessa location anche per l’estate 2011.

KNM: Non c’è che dire, una storia davvero emozionante!!! Da quel che sappiamo, questo seminario ha visto una sempre  crescente collaborazione tra dojo. Vogliamo citarli?

L.L.: Certamente! Oltre al dojo che curo personalmente, il Sei Chu Do di Brescia ed il già citato Ittoryu Kai di Firenze,  il seminario gode della partecipazione all’organizzazione di club amici ormai affezionati al M° Tani come il Kendo Iaido di BergamoKen-Zan-Dojo di Gallarate, AIK Budokan No Futari di Milano ed il Kensei Dojo di Rho.

KNM: Veniamo ora al nome del seminario. Chi ha scelto il nome e cosa significa esattamente?

L.L.: Come dicevamo nel 2010 Il maestro Tani torna in Italia questa volta accompagnato dal M° Kasahara per dirigere il rinato stage estivo,  per la prima volta a Bedollo (TN). Su nostra richiesta decidiamo di dare un nome a questo seminario, ed il maestro Tani lo battezza:

武徳無境 BU TOKU MU KYO

(BUDO E CULTURA SENZA CONFINI)

Il senso preciso che il M° Tani vuole rimarcare  è che nel corso degli anni questo seminario ha visto persone di diverse nazionalità, estrazione sociale ed età, riunirsi in 5 giorni a praticare e studiare Kendô tutti assieme.

credits: L.Lancini

KNM: Chi accompagnerà quest’anno il M°Tani?

L.L.: Quest’anno il M°Tani tornerà accompagnato da due giovani 7° Dan: Negishi e Ushioda. Già venuti nel 2004 e 2005 e che molti kendoka italiani saranno felicissimi di rincontrare.

KNM: Prima di salutarci, hai qualche aneddoto da raccontarci riguardo il M°Tani?

L.L.:  Certamente. Se non erro, la prima volta che conobbi il M° Tani fu nel Novembre del 1995. Al tempo lui era un giovane 7° dan, invitato per lo stage invernale a Manerbio (BS) dell’allora Associazione Italiana Kendo.

Subito fui impressionato dalla qualità del suo keiko, uno stile di kendo potente, dinamico e senza sbavature.

Solo qualche anno dopo seppi dal M° Jikihara (suo compagno d’università presso la Tokyo Dai-gakku, oggi Tsukuba) che il soprannome affibbiatogli al tempo dell’università era giustappunto: 

“Robocop Tani”.

Lo conosco ormai da molti anni, la sua naturale simpatia, semplicità e disponibilità, ne fanno un maestro adatto al Kendô italiano.

Mi pregio della sua amicizia e ormai lo considero un fratello maggiore nel Kendo, che di anno in anno mi consiglia, mi corregge ed indirizza nella mia ricerca del Kendô.

Ritengo che per i kenshi italiani sia una grande opportunità e privilegio  poter accedere all’insegnamento diretto di un maestro che è attualmente considerato uno dei migliori esempi fra i giovani 8° dan giapponesi.

credits: L.Lancini

KNM: Bene, crediamo che ci siano tutti gli elementi per un ottimo seminario all’insegna della pratica, l’amicizia e la serenità. Proviamo a fare un ultimissimo appello agli indecisi 😀

Quali sono secondo te i principali punti di forza di questo stage?

L.L.: Per chi non avesse avuto l’opportunità di assistere al bel risultato della scorsa edizione, posso affermare che i punti di forza di questo stage siano:

  • Palestra con fondo adatto al kendo
  • Possibilità di pernottare gratuitamente con sacco a pelo
  • Clima fresco adatto ad un seminario estivo
  • Location adatta anche per vacanze con la famiglia

Di conseguenza la possibilità di pratica Kendo per 5 giorni con Maestri di alto livello a costi contenuti, e per chi ne ha voglia, coniugare kendo e vacanza con la famiglia, il tutto condito da un’atmosfera di amicizia e naturale empatia che si crea fra i praticanti, a mio avviso rendono questo stage unico in Italia.