Kendo nelle Marche


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3° Trofeo Mugen

Trofeo Mugen 2012 – credits – Fluire Consapevole

Lo scorso anno la nostra presenza era limitata a Marco D’Agnolo (in basso a destra nella foto di gruppo), quest’anno, nonostante alcune difficoltà, siamo riusciti a portare una squadra intera dalle Marche grazie alla preziosa presenza di Marco Papetti da Porto San Giorgio!

Il diario della giornata trascorsa al Trofeo Mugen 2013 è stato scritto dal nostro caro Filippo Tonelli, che assieme a Marco D’Agnolo e Marco Papetti faceva parte della missione marchigiana in terra lombarda :-).

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Partenza per il trofeo Mugen 2013. Guidati dal nostro capitano Marco D’Agnolo e rafforzati dalla graditissima presenza dell’amico Marco Papetti, del dojo di Porto San Giorgio, partiamo alle ore 6:00 dal casello di Fano, alla volta di Morimondo, in quel di Lombardia.

All’altezza del casello di Cesena il nostro capitano chiede un cambio al volante e si concede un sonno ristoratore (riposo del guerriero?) ; il granitico Marco Papetti, nonostante avesse già 80 km di guida (Porto San Giorgio-Fano), si offre volontario per il cambio.

Dopo tre ore di viaggio, guidati da un Tom Tom senza voce (audio guasto…) attraverso le campagne lombarde, giungiamo sul posto alle 9:20 circa. Giusto il tempo per salutare il M°Bellisai che ci accoglie con calore, sbrigare le formalità, cambiarsi e siamo già in pista.

Ikendenshin – Porto San Giorgio

Diamo una rapida scorsa ai tabelloni e vediamo che siamo inseriti nella seconda pool, contro la squadra Mugen Como B (nell’ordine Gaspa, Catelli, Galli). L’emozione per me è fortissima, il battito del cuore sembra spostare le pieghe del mio keiko-gi, ma la calma del nostro capitano mi tranquillizza e, messo il men, tutto sembra scomparire. Gli avversari sono più forti ed il punteggio finale lo conferma: tre vittorie su tre e tutte per 2 ippon a zero. L’incontro è bello, ed anche se sconfitto, sono soddisfatto.

Nel frattempo l’emozione cala e sale la concentrazione per il secondo incontro dove ce la giocheremo con  il dojo di Varese. Il livello tecnico si dimostra più equilibrato rispetto alla prima gara, sento di potermela giocare, ma la mia inesperienza nello shiai si fa sentire e perdo in maniera sciocca: per due volte l’avversario entra con men, per due volte paro, ma paro troppo basso e così, complice la sua maggiore altezza, la sua shinai arriva a colpirmi. Ammetto di aver perso per un nanosecondo il mio spirito zen…

La mia è l’unica sconfitta, i miei compagni ottengono entrambi un pareggio.

Ormai siamo fuori, non rimane quindi che assistere alle gare e fare quattro chiacchiere con i ragazzi di Bologna, Padova e Como. Il nostro M° Stefano Betti, in una pausa dagli arbitraggi, approfitta per venire a salutarci, ma, saputo che ero stato l’unico della squadra ad essere sconfitto 2 volte, tenta un esecuzione sommaria del sottoscritto… 😀

Le gare continuano ed io mi godo lo spettacolo di un Kendo con poche parate, pochi spostamenti di corpo e testa, tanto sutemi. Una squadra tutta femminile rivela 3  ragazze davvero sorprendenti per velocità, tecnica e grinta! Una di loro vincerà meritatamente il Fighting Spirit e con la più tosta delle tre non perderò l’occasione di farci due minuti di ji-geiko alla fine della giornata!

credits – Marco Papetti

Il trofeo si avvia alla conclusione, premiazioni, ringraziamenti e tanti applausi.

credits – Mu Mun Kwan Borghetto

3° Trofeo Mugen

1° squadra classificata Kyumeikan Monza A

2° squadra classificata Alser Milano A

3° squadre classificate Mu Mun Kwan Borghetto AMu Mun Kwan Borghetto B

Fighting spirit Gallesi Arianna

assieme agli amici di Kendo Como

I maestri propongono mezz’ora di ji-geiko per chi vuole e, poiché pochi praticanti scelgono di rimanere, l’occasione è ghiotta: tanti sesti e un settimo dan tutti per noi sono da non perdere!

Mi butto e mi metto in fila, caso vuole che incontri prima Stefano Betti, il quale nonostante abbia la possibilità di eliminarmi definitivamente, sceglie di graziarmi e mi concede un gran bel ji-geiko, fisico e rapido; poi, per un fortunato caso, mi ritrovo con il M°Katsukawa del dojo di Monza: dritto, sereno e granitico! I suoi pochi, millimetrici movimenti, mi hanno fatto lavorare sulla comprensione del momento giusto per entrare; il maestro si è messo a mia completa disposizione ed alla fine mi sono meritato un pollice su (OK!), un sorriso e un “bravo”: per me una soddisfazione enorme.

Gran finale con grigliata, birra e la compagnia dei ragazzi di Como.

Al momento di partire troviamo sul parabrezza un foglietto: Marco Papetti, ottimista nato, si dichiara convintissimo che sia pubblicità, mentre Marco D’Agnolo comprende subito la triste verità…multa per divieto di sosta.

Ci guardiamo, pieghiamo il foglio in una tasca, sorridiamo e partiamo: potrebbe una multa rovinarci la giornata?! 😉

Filippo Tonelli


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Stage con Yanai Sensei

Driiiin, Driiiin, Driiiin, Driiiin.

E’ ora! Sveglia alle 4, Giulio e Marco sono a Fano già svegli e pronti per essere “raccolti” all’ormai famoso casello di Cattolica (eh si, perché quasi tutti gli stage sono al Nord :-()

Como è molto a Nord, ma il viaggio scorre abbastanza bene. La stanchezza è vigliacca ed a metà viaggio cedo la guida all’Avvocato Marco San :-).

Arriviamo a San Fermo della Battaglia, ma Giulio si ricorda che la giornata di sabato non è lì, ma bensì a Senna Comasco!! Dietrofront e raggiungiamo appena in tempo il palazzetto. Non siamo gl’ultimi, questo ci conforta un pochino. Ci cambiamo, facciamo l’iscrizione ed entriamo nel luogo di pratica. Notiamo con piacere che ci sono kendoka che non conosciamo tra cui il mitico gruppo di Salonicco (si, avete letto bene, sono greci) del Ronin Kendo Club!!
Sono fantastici!! 🙂

Prima d’ora non avevamo ancora avuto l’onore di vedere il M° Yanai 7° dan Kyoshi, ma scopriamo che  non è la prima volta che viene in Italia, ma’ la quarta! Yanai,è stato istruttore del dojo London Club oltre ad essere l’allenatore della nazionale irladnese.

L’allenamento si sviluppa con rigoroso ordine. Ashisabaki, kamae, tecniche base, tecniche con piccoli e rapidi movimenti fino ad arrivare a tecniche avanzate, anche quelle contro guardie jodan :-). Mentre tutti i partecipanti sono in attesa del pranzo ordinato in mattinata, noi 3 attingiamo dal pranzo al sacco preparato con cura da Marco, un cestino simile a quello che si usava all’elementari con tante delizie, prima su tutte barre di cioccalata di tutti i tipi :-).

A caffè terminato si riprendono in mano le shinai per la parte pomeridiana dello stage. Il M* Yanai decide d’istruirci sullo shiai, prendendo come arbitri tutti i kendoka dal 2° dan in su, mentre gli shodan e i kyusha si confronterrano nello shiai-jo.

Con l’ausilio dei Maestri presenti allo stage come il nostro D.T. Salvatore Bellisai o Stefano Betti ed altri dei dojo limitrofi, gli arbitri neofiti sono messi a dura prova tant’è che a fine gare ci confesseranno che è molto molto difficile (più di gareggiare?!)  :-). Il M¡Yanai durante gl’incontri interviene sugli arbitri, sia per correggere eventuali errori di forma (il dito posizionato correttamente sulla bandierina ne è solo l’esempio), che per confrontarsi sulle valutazioni degli ippon concessi o meno. Trascorriamo così circa un’ora e mezza prima di cimentarci in un jigeiko con tutti i Maestri, Yanai Norimutsu in primis. La voglia di fare è tantissima e cerco le file più corte per non rimanere troppo in attesa.

Un po’ demoralizzato per come il mio ippon men uchi non riesca a progredire, mi metto in fila per incrociare le shinai con il M° Yanai. Mi sprona a lavorare sul men, mi dice di farlo grande e veloce. Vuoi vedere che è proprio quella la strada da percorrere per non commettere più certi errori?! 🙂 Vedremo…

Prima di andare negli spogliatoi mi mangio le mani osservando un bellissimo Jigeiko tra Aggugini e Boscarol e non aver praticato con nessuno dei 2 :-(.
A proposito, abbiamo strappato la promessa per un intervista con Tomaso, sempre simpatico e disponibile.

Prima di tornare a casa facciamo contento Marco che voleva gettare  uno sguardo, anche se velocissimo, al lago di Como. Il caro Giovanni Gaspa ci guida verso il centro e riusciamo così a fermarci 5 minuti per godere dello splendido panorama. Grazie Marco, fosse stato per me sarei andato dritto dritto a casa… Il lago di Como, ma anche il centro storico, sono ulteriori motivi per tornare a trovare gli amici del Kendo Como!

Il viaggio di ritorno è duro come immaginavamo, Giulio si finge stanco 🙂 e si stende nei sedili posteriori per non dormire ma io e Marco lo stuzzichiamo in interessanti discussioni e lo teniamo sveglio 🙂
Pausa caffè, incontriamo Red Ronnie in autogrill e ripartiamo con l’obiettivo di finire l’interminabile giornata con una pizza.
Mamma mia sono 20 ore che giriamo!! Andiamo a nanna, da domani si riprende a coltivare il kendo in casa.