Oggi torniamo dopo diverso tempo a raccontare in senso stretto il Kendo nelle Marche, e più precisamente a Senigallia (AN).
L’evento in oggetto s’inseriva all’interno dell’iniziativa Budogallia, una rassegna promozionale di arti marziali che spaziava dall’aikido fino al karate passando dalla naginata fino al nostro amato Kendo, e tanto altro!
I nostri amici di Chiaravalle dell’ATM Hagakure non si sono quindi fatti sfuggire l’occasione per introdurre il Kendo in questa manifestazione, organizzando un particolare allenamento organizzato dal loro tutor Luigi Rigolio al quale hanno partecipato numerosi kendoka da Cesena, Ravenna, Rimini, Pesaro, Fano, Chiaravalle, Porto San Giorgio.
La lezione, inizialmente pensata all’interno di un progetto biennale di sviluppo del Kendo nella nostra regione da parte della nostra federazione, è stata poi in seguito organizzata a livello privato.
Il programma pensato da Luigi Rigolio, responsabile tecnico di Kendo e Jodo del Kenzan e viceresponsabile tecnico della CIK, era quello di mostrare i vari aspetti su cui fare attenzione per strutturare una lezione di Kendo, facendo particolare attenzione a tutti i presenti, ponendo quindi come primo obiettivo il coinvolgimento di tutti i praticanti, sia essi neofiti che esperti.
L’allenamento è stato introdotto da una prima breve parte teorica in cui venivano illustrati sia gli obiettivi da porsi a livello personale, che di dojo. Sono stati fatti inoltre alcuni accenni sull’importanza di curare attentamente gli aspetti prettamente burocratici/amministrativi e come pianificare al meglio l’allenamento. Quest’ultimo, è stato il punto sul quale il M° Rigolio ha incentrato l’intera giornata di ieri.
Secondo le indicazioni ricevute ci è stato evidenziato quanto sia fondamentale dosare nella giusta misura le varie fasi di una lezione tipo. Quindi fare un buon riscaldamento, seguito da suburi classici, per poi lasciare una buona parte del tempo per fare kihon, ed infine uchikomi e jigeiko. Spendere molto tempo sui suburi fa sì benissimo a chi è già entrato con il cuore dentro il mondo del Kendo, ma è abbastanza “noioso” per chi impugna da pochissimo lo shinai. Oppure, dedicare all’uchikomi un’ora potrebbe arrecare danni fisici a chi non atleticamente ben preparato. Questi sono solo alcuni degli esempi che si possono fare per spiegare il perchè di una buona distribuzione delle varie parti di un allenamento.
Ogni fase quindi, in funzione del livello dei praticanti presenti, dev’essere ben calibrata per tenere alta l’attenzione, non annoiare i neofiti con troppi dettagli, e cercando d’identificare principalmente pochissimi punti su cui lavorare tutti assieme.
Rigolio, coadiviuato da Daniele Ballardini e Giovanni Fresa da Ravenna oltre a Paolo Benedettini da Livorno, ha inoltre sottolineato un punto che riteniamo molto importante e che desideriamo sottolineare. Il miglior supporto che possiamo offrire ad un kenshi meno esperto di noi è quello dell’esempio. L’esempio e null’altro. Mostrare, quando è il proprio turno, il miglior kendo possibile è il massimo che possiamo fare per il nostro compagno, e quindi possiamo fare tranquillamente a meno di spiegazioni a voce sui tanti dettagli da curare durante la pratica. E’ infatti totalmente controproducente evidenziare cosa non va bene, soprattutto se ciò va oltre i pochi punti che ci si è prefissati di migliorare ad inizio allenamento. Le correzioni continue di fatto possono scoraggiare il neofita fino a farlo sentire inadeguato al Kendo.
Questo modo di porsi è stato ben assimilato a nostro avviso da tutti i praticanti, ed i risultati si sono subito raccolti già nella parte pomeridiana della giornata, dove oltre ad esercizi sul do abbiamo fatto una buona parte di jigeiko libero in cui tutti hanno trovato il modo di potersi confrontare con i presenti.
Concludendo, nonostante certi dettagli erano già presenti nel nostro modo di vivere il Kendo, aver dedicato del tempo sull’analisi della struttura di un allenamento, è stato molto interessante e sarà sicuramente uno stimolo in più per rendere quanto più proficuo possibile il nostro keiko all’interno del dojo assieme ai nostri compagni.