Kendo nelle Marche


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Kangeiko 2015 ed esami fino al 5°dan

credits - Emanuela Muratore

credits – Emanuela Muratore

Raramente scriviamo post a titolo personale ma oggi facciamo un’eccezione.

Il weekend appena trascorso è stato molto intenso e non riusciamo a raccontarlo come un reportage richiederebbe (anche se effettivamente il blog non è assolutamente un giornale).

Sabato mattina attendo al casello di Cattolica l’arrivo di Marco e Paolo in arrivo da Porto San Giorgio per recarci assieme a Modena così da immergerci nel tradizionale Kangeiko di Kendo.

La delegazione di quest’anno vedeva la presenza di Shinotsuka Sensei, Iida Sensei ed Hirakawa Sensei che ha guidato l’intero seminario.

Come ha giustamente ricordato il Presidente Moretti, Nobuo Hirakawa (Kendo 8°dan kyoshi) è una parte importante del Kendo italiano ed ha contribuito assieme ad altri maestri giapponesi affinchè la nostra comunità crescesse con delle solide basi.

Non siamo quindi nuovi agli stage di Hirakawa Sensei; sappiamo quanto siano duri dal punto di vista fisico come non da meno dal punto di vista tecnico. Occorre a tutti gli effetti anche una buona predisposizione mentale per apprezzarne pienamente il gusto. Ogni esercizio prevede almeno 2 o 3 varianti che Hirakawa illustra durante la spiegazione e che possono disorientrare i praticanti.

A questo va aggiunto che le tecniche sono molto complesse e non troverebbero una facile applicazione durante un jigeiko od uno shiai. Ho sempre pensato infatti che questi esercizi siano profondamente propedeutici ad una pratica priva di forza e rigidità in favore della scioltezza, sia fisica che mentale.

Certi movimenti, se non si è veramente sciolti, non si riescono affatto a portare a termine.

Si scopre allora che oltre alle tecniche perfettamente frontali al compagno, ne esistono a decine che richiedono un significativo tai sabaki.

Il tutto senza sacrificare mai (sottolineato mai!) la postura corretta, vero pallino del maestro Hirakawa.

Anche la stessa impugnatura dello shinai mostrata dal Maestro rimanda al concetto di “apertura”. Braccia aperte per chiudere le scapole così da evitare irrigidimento a livello delle spalle, ed impugnatura dello shinai partendo dai mignoli.

Non elenco tutte le tecniche o gli esercizi provati perché ci perderemmo sicuramente, ma merita una menzione l’intensità della pratica che ha portato in tutto il weekend a circa 3 ore di jigeiko ed un’oretta scarsa di kakarigeiko!

Poca teoria e tanta pratica verrebbe da dire…

Accanto allo stage avevo un appuntamento importante, l’esame da yondan!

Durante l’intero weekend e compatibilmente con la disponibilità, in mezzo alla pratica sono andato a cercare i maestri, i sempai e gli amici più esperti di me per avere qualche ultimo ragguaglio dopo aver avuto keiko assieme.

Consigli utilissimi (grazie ancora a tutti voi!) che sono riuscito a metabolizzare abbastanza velocemente per l’esame di domenica.

Tre anni fa mi trovavo sempre a Modena per l’esame di 3° dan superato sotto gli occhi dei Maestri Inoue, Kato, Furukawa, Nakano e Hongo.

Chiusi quel report così:

Nell’attesa dei kata assisto agli esami di 4° e 5° dan e rimango basito quando escono i relativi risultati. Solo 4 promossi nei 4° dan e nessuno nei 5° dan. Capisco che l’esame di 4° dan è un passaggio cruciale. Un bivio, o meglio un muro, un muro molto alto. Colgo il perchè ad ogni grado, il tempo per sostenere l’esame successivo si allunga. Il muro da scavalcare è sempre più alto.

Effettivamente il muro è alto.

L’ho nuovamente capito questo weekend quando, alla mia risposta sul fatto che “sì” mi sottoponevo all’esame da 4°dan, tutti ribattevano con “E’ la prima volta che lo provi?”.

Non è effettivamente così scontato superarlo al primo tentativo anche perchè le componenti sono tante e si passa da una commissione dove bastano 3/5 di favorevoli a 4/6.

Occorre inoltre un po’ di buona sorte nell’avere dei compagni d’esame che con il loro kendo non “intralciano” la propria performance e ti mettono quindi nelle condizioni di esprimerti al meglio.

Ho trascorso gli ultimi sei mesi a prendere la rincorsa per superare questo muro, facendo dei notevoli passi indietro per cercare di arrivare all’appuntamento senza alcune storture, soprattutto mentali.

Buona parte dell’esame ritengo sia proprio lì.

Non arrivare a colpire prima dell’altro a prescindere, ma costruire l’azione attraverso una ricerca che può richiedere qualche secondo in più del solito.

Un kendo “consapevole” verrebbe da dire con una battuta…

Entrato quindi nell’area d’esame con molta serenità, ho fatto quello che avevo nel mio bagaglio (tecnico e non solo) senza inventare nulla di sconvolgente.

Appena uscito dai miei due jigeiko e senza ancora i risultati, ero soddisfatto e sereno d’aver mostrato quel (poco) che so fare.

Per la commissione è stato sufficiente e questo mi ha riempito di gioia.

E’ un doppio risultato tra l’altro, perchè oltre ad aver conseguito il 4° dan, ho concluso il percorso per entrare nell’albo istruttori della federazione, rendendo formalmente autonomo, e per la prima volta, un club di Kendo nella nostra regione dal tutoraggio come avvenuto in questi quasi 10 anni.

E’ quindi con un sincero ringraziamento a Salvatore Bellisai e Stefano Betti che ci hanno fatto da tutor in tutti questi anni e ci hanno dato la possibilità di essere ancora qui a sudare a suon di men, che chiudo questo intenso report sul Kangeiko appena concluso!

Grazie infinite!

Alessio Nicolini

www.kendopesaro.it


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1981 – Intervista ad Hirakawa Nobuo

Un’altra intervista tratta da “Samurai“, rivista fondata nel 1976 alla quale ha contribuito anche Franco Sarra.
L’intervista che pubblichiamo oggi è stata curata proprio da Franco Sarra, che ha redatto un’interessante chiacchierata datata febbraio 1981 con uno dei Maestri di Kendo più conosciuti in Italia, Hirakawa Nobuo, al tempo 7°dan in visita in Europa in qualità di ricercatore per l’università di Meji.
Buona lettura! 😉

 

fonte - CIK gekken

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Motorcycle

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No, in questo caso non ci riferiamo a motodachi, ma bensì ad una vera e propria motocicletta.

credits – Meishinkan

La moto che vedete qui sopra è costellata di finiture relative al kendo, ed ad un Maestro che conosciamo bene qui a casa Ikendenshin.

Stiamo parlando di Hirakawa Nobuo (Kendo 8°dan Kyoshi)!

credits – Meishinkan

Kendo Pesaro

credits – Meishinkan

Andate a vedere tutte le immagini della galleria qui di seguito per scoprire i dettagli di questa personalizzazione su un sidecar

https://picasaweb.google.com/Meishinkan/AirbrushKENDOMotorSidecarTrailerMeishinkan

Qui sotto una raccotla di tutte le foto 😉

credits – Meishinkan

*** *** ***

Il prossimo 16 settembre riprende il corso di Kendo a Pesaro nella nuova sede presso l’Hangart in via Ponchielli 87.

Maggiori informazioni su www.kendopesaro.it

 


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Hirakawa Nobuo – 1979

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Tra pochissimi giorni il M°Hirakawa sarà in Europa per il tradizionale seminario in Slovenia.

Dopo la foto datata 1988, andiamo ancora più indietro nel tempo per ammirare un Hirakawa Sensei ancor più giovane!

credits - Kendo Aubergenville

credits – Kendo Aubergenville


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Terzo Kendo World Keikokai a Tokyo

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credits – Donatella Castelli

Ho partecipato a questo keikokai, non tanto perché fosse dietro l’angolo (ci vogliono due ore buone di Shinkansen, più una ventina minuti sulla JR Chuo Line), ma perchè le iniziative di Kendo World sono sempre meritevoli di attenzione e offrono eccellenti occasioni di incontrare kenshi da tutto il globo. Non parliamo poi del piccolo dettaglio che fossero presenti alcuni ottavi dan e che il campus di Nakano della Università Meiji abbia un dojo nuovissimo e dotato di aria condizionata.

Abbiamo iniziato la giornata con una interessante (e toccante) conferenza del Maestro Inoue Yoshihiko, ottavo dan hanshi, relativa ai primi tre Kendo no Kata.

credits – Muruyama Kouichi

La traduzione di Alex Bennett ha sempre il pregio della chiarezza e aiuta a trasmettere senza equivoci il pensiero di chi parla.

Secondo il Maestro, questi tre kata offrono una prospettiva particolare sull’evoluzione da Kenjutsu a Kendo, sul passaggio da tecnica per uccidere a Via della Spada.

I primi tre kata sono accomunati dalla guardia di partenza e dal tipo di attacco, simili fra i combattenti, ma ciò che li differenzia profondamente è il fine ultimo dell’esecuzione.

In Ippon­me si è ancora in pieno kenjutsu: l’attacco è mirato a tagliare l’avversario in due.

In Nihon­me, si cerca di disarmare l’avversario, causandogli una grave mutilazione.

In Sanbon­me si realizza il vero Kendo: non una goccia di sangue viene sparsa e i due avversari, nelle parole del Maestro, riconosciuta la gioia del vivere, si allontanano senza aver subito alcun danno.

Questo è il vero Kendo.

La conferenza ha offerto molti altri interessanti spunti di riflessione – un messaggio comunque è stato passato chiaramente: vista l’evoluzione del Kendo verso una attitudine competitiva (certificata dal cambiamento progressivo dei bersagli validi e conseguentemente dalla semplificazione delle tecniche insegnate, apprese ed applicate), il ruolo del Kendo no Kata è fondamentale per mantenere non solo la memoria di un passato cruento, ma per istruire su significati profondi che rischiano di essere trascurati.

La Via della Vita contrapposta alle tecniche di morte: non è esattamente un concetto da prendere alla leggera o da relegare alle chiacchiere post­keiko.

E’ altresì la motivazione primaria per cui il Kendo è stato preservato – e perchè ha assoluta superiorità morale su kenjutsu e affini.

Dalla conferenza siamo passati al Mawarigeiko fra tutti partecipanti.

credits – Muruyama Kouichi

La platea era vasta, un sessantina di persone: erano presenti i redattori di Kendo World, alcuni dei partecipanti al Seminario di Kitamoto, alcuni bekkasei (studenti del programma annuale) della International Budo University, nonché studenti ed amici dei Maestri presenti.

Il Mawarigeiko è durato circa quranta minuti, con incontri di tre minuti ciascuno e ci ha permesso di incrociare la shinai con un buon numero dei partecipanti.

credits – Donatella Castelli

Dopo una brevissima pausa, Jigeiko con i Maestri: ho rivisto con grande piacere il Maestro Hirakawa, il Maestro Ono e il Maestro Masago.

Ho potuto fare keiko con il Maestro Nagao, della Università Meiji, persona amabilissima, che ha messo a disposizione di nuovo il suo favoloso dojo per le prossime edizioni del keikokai.

La pratica su un ottimo pavimento e in una temperatura ideale (che raramente si sperimenta in Giappone, tranne che in primavera avanzata, vista la tendenza a rifuggire da riscaldamento o aria condizionata in tutte le circostanze) è stata fin troppo breve.

Ci siamo trasferiti al sesto piano del palazzo del campus, per il rinfresco e per qualche scambio di meishi.

Il Maestro Inoue ha ricevuto un riconoscimento da parte del team editoriale di Kendo World, per la sua costante partecipazione e per l’incoraggiamento sempre profuso verso la testata.

credits – Donatella Castelli

Ricchi premi e cotillons per (quasi) tutti, tanto per completare la parte formale del party.

Inutile dire, si è poi proseguito il keikokai al pub irlandese dietro l’angolo, in puro stile “secondo dojo”.

Donatella Castelli