Il primo commento che viene naturale fare è…brava Europa!! Il post su facebook di Andy Fisher alla fine della prima giornata riepiloga infatti il medagliere europeo
Giuseppe Giannetto ha vinto il primo incontro con l’australiano SMITH Kirby David ma è poi dovuto uscire battuto dal kote micidiale del giapponese SHIKANO Mitsunari sfiorando quindi la medaglia di bronzo!
credits – Sportaccord Combat Games
Ecco il video della finale del torneo maschile risoltasi in poco più di un mezzo minuto con la vittoria del coreano LEE Kangho sull’ungherese DUBI Sandor.
Nella gara femminile la finale è stata vinta dalla giapponese SAKUMA Yoko ed a farne le spese è stata la tedesca FADAI Safiyah.
Il secondo giorno dedicato al Kendo era riservato al torneo “Special Invitational” dove purtroppo la nostra Mirial Livolsi è stata eliminata dalla coreana BACK Kyung Wha.
Questo torneo, così come quell riservato agli uomini è stato deciso tutto in Giappone.
Il torneo maschile ha visto due colossi del Kendo mondiale come Furukawa e Tani!
Prima delle fase finali ha preso poi luogo una bella dimostrazione con ragazzi ed infine con Takeyasu Yoshimitsu Sensei, Presidente della F.I.K. che alla veneranda età di 92 anni ha fatto da motodachi a giovani kenshi!
credits – Sportaccord Games
Non è nuovo a questo dimostrazioni, andate a vedere il seduente link 😉
Cogliamo l’occasione per segnalarvi l’intervista che Alessio ha rilasciato a Radio Esmeralda per il progetto “Kendo a scuola” del nostro dojo Ikendenshin.
In questo blog abbiamo spesso pubblicato video musicali con figuranti kendoka più o meno in primo piano personaggi.
Quello di oggi è particolare, in quanto i kendoka in questione sono Dario e Marco Baeli del F.C. Kendo Messina (lo stesso dojo di Giuseppe Giannetto che abbiamo intervistato qui).
Vista l’occasione abbiamo fatto qualche domanda a Dario per raccontarci un po’ di curiosità :-).
KNM: Allora Dario, toglici subito la curiosità! Com’è nata la collaborazione con il rapper “Paura“?
D.B.: La nostra collaborazione con il rapper campano è nata grazie all’interessamento di”Almost true”, un’equipe messinese di montaggio e produzione di video musicali.
KNM: Hai avuto modo di capire quale fosse lo scopo della presenza di due kenshi nel video in questione?
D.B.: La nostra presenza nel video è figlia della passione di “Paura” e “Almost true” per la cultura orientale. Nel video si vuole mettere in risalto il conflitto interiore del cantante stesso, “Paura” ha ritenuto che il kendo avesse le caratteristiche ideali per risaltare questa lotta interiore.
KNM: Immaginiamo che vi siate divertiti molto. Avete avuto freni inibitori nell’urlare come pazzi o vi siete contenuti limitandovi nel kiai?
D.B.Assolutamente NO!!! Non ci siamo affatto trattenuti nell’espressione del kiai, ci è infatti stato comunicato, che nella produzione finale del video sarebbero stati eliminati tutti i suoni e rumori emessi durante le riprese, quale migliore occasione per allenare al massimo il nostro spirito?!
KNM: Quanto tempo avete impiegato a girare le vostre riprese?
D.B.: beh devo dire che la giornata è stata più che faticosa, sapevamo che le riprese sarebbero state effettuate da professionisti, ma non immaginavamo che sarebbero durate più di sei ore!!! È stato necessario infatti, mantenere calma e concentrazione, proprio come in “shiai”!!!
KNM: Francesco “Paura” conosceva già il kendo? C’è stata l’occasione di parlare con lui della nostra amata arte marziale?
D.B.: Il cantante era molto preparato sulla conoscenza del Giappone e delle culture orientali in genere, ma non aveva mai direttamente avuto a che fare con la nostra magnifica arte, si è mostrato molto interessato a conoscere tecniche e dinamiche di combattimento. Infine ho dovuto personalmente prestare il mio bogu a “Paura”, per la ripresa della scena finale di “Drive”, dove appunto egli stesso rappresenta entrambi i kenshi.
Sul nostro canale Facebook l’avevamo preannunciato, e con grande piacere che oggi ci spostiamo nella bellissima Sicilia.
A differenza delle altre interviste che trovate qui, questa volta abbiamo ulteriormente aperto il blog ai lettori. Abbiamo infatti chiesto a tutti coloro che avessero delle domande o delle curiosità da soddisfare, d’inviarci il contenuto. Dobbiamo dire che, nonostante il popolo del Kendo sia un po’ timido, questa volta ha tirato fuori un bello spirito di condivisione, e ne siamo molto molto felici! 🙂
credits – kendodigital
Ciao Giuseppe,
innanzitutto complimenti!!! E’ stato davvero emozionante il tuo cammino agli ultimi EKC di Berlino. Attraverso il racconto redatto da Daniel Turner abbiamo poi avuto modo di respirare virtualmente l’aria frizzante di tutto il weekend.
Veniamo subito alle numerose domande…
Sappi che per la prima volta del blog, un’intervista si apre alla comunità del kendo, e le domande alle quali hai gentilmente accettato di rispondere, sono state raccolte tra gli appassionati di tutta l’Italia e non solo…
KNM: Partiamo dall’inizio. Raccontaci come e quando ti sei avvicinato al kendo.
G.G.: E’ iniziato tutto per puro gioco circa vent’anni fa, all’inizio praticavo solo judo successivamente il mio maestro volle farmi provare il kendo e diciamo che da quel giorno, tranne per un breve periodo, non smisi più di praticarlo.
KNM: nel confrontarci con altri kendoka, abbiamo sempre notato che esiste una figura alla quale si fa riferimento. Nel tuo caso c’è una guida, un maestro, un amico, insomma, una persona specifica nel Kendo alla quale sei particolarmente legato?
G.G.: Sicuramente la persona alla quale ho fatto sempre riferimento anche adesso che non c’è più è il mio unico maestro F.C.
KNM: Veniamo alla parte pratica. Da più versanti ci è stato chiesto d’illustrarci a grandi linee qual è il tuo allenamento tipo. Come ti prepari nell’arco dell’anno ad eventi importanti e se ci sono differenze di preparazione durante l’anno.
G.G.: Pratico Kendo tre volte a settimana, durante l’anno tendenzialmente seguo lo stesso tipo di allenamento, molto concentrato in termini di tempo, eseguendo tutte le tecniche su ritmi elevati e senza pause.
KNM: Ora una domanda che è ci hanno suggerito due amici, Raffaele Martini del Muganokai di Livorno e Danilo Lucantoni dello Shudokan Roma.
Hai dimostrato d’essere in grado di gestire livelli di tensioni altissimi, soprattutto nell’encho. Noi, con la formula ippon shobu adottata nel Trofeo dell’Adriatico, abbiamo proprio voluto spingere su qest’aspetto. Hai un approccio mentale e/o fisico mirato alla gestione di quella particolare fase di gara?
G.G.: Come ho sottolineato nella risposta precedente il mio allenamento è mirato principalmente sui ritmi, penso che il segreto da adottare in quella fase di gara sia quello di mantenere la stessa concentrazione adottata nel tempo regolamentare e soprattutto avere pazienza, attendere il momento migliore.
KNM: Gianni Gaspa del Mugen Como e Laura Formiga dell’EKK Verona ci hanno sottoposto una domanda su un argomento che qui, nel nostro blog è stato trattato diverse volte. La differenza tra il kendo espresso dentro lo shiai-jo e fuori. Alla luce delle tue esperienze anche internazionali che ti hanno visto protagonista assieme ai tuoi compagni, c’è spazio per l’unione di un kendo cosiddetto di “qualità” con quello tipicamente da gara, quindi se vogliamo più esasperato per certi aspetti?
G.G.: La qualità non esclude il comportamento puramente agonistico, anzi direi che per arrivare ad ottenere importanti risultati non debbano mancare queste due caratteristiche.
KNM: Daniel Turner, che ha scritto per noi il bellissimo diario degli ultimi EKC, ci pone una domanda da aspirante arbitro. Spesso durante le competizioni nascono dibattiti ed incomprensioni riguardanti l’assegnazione o meno di alcuni ippon. E’ sentimento diffuso che oggi come oggi vi sia una disparità tra la veloce crescita del livello dei competitori rispetto alla capacità di giudizio delle terne arbitrali. Condividi questa riflessione? Se sì, cosa pensi si potrebbe fare per appianare tale disparità? E se no, cosa ne pensi al riguardo?
G.G.: Effettivamente in brevissimo tempo il livello dei competitori è cresciuto tantissimo forse non parallelamente con quello arbitrale, direi che un ricambio generazionale o l’innesto di leve più giovani aiuterebbe a ridimensionare questo leggero dislivello.
credits – kendodigital
KNM: molti dei kendoka, sono affascinati dall’approccio interiore che il Kendo riserva, e che cresce sempre più, allenamento dopo allenamento, stage dopo stage e gara dopo gara. Ora, dalla lontana Colombia, Daniel Kogan, curatore di My Kendo comics che invitiamo assolutamente a visitare, ci ha inviato una domanda più intima. Che tipo di beneficio senti che il Kendo sta portando alla tua crescita come essere umano?
G.G.: Sicuramente la pratica del Kendo ha contribuito molto alla mia crescita soprattutto quella caratteriale, ho saputo coltivare la pazienza e la sicurezza in me stesso, due doti che contribuiscono alla qualità della mia vita quotidiana.
KNM: Veniamo al nostro caro Francesco Paterlini del Parma Kendo kai. Lui ci ha invece chiesto di sottoporti un’altra domanda molto dibattuta. Qual è secondo te la differenza di approccio tra il kendo praticato in Giappone e quello in Korea. Ed inoltre, in quale dei due ti riconosci meglio?
G.G.: Direi che in korea il kendo è uno sport, praticato con molto dinamismo e agonismo, più fisico a differenza che in Giappone che viene studiato più come stile di vita che come puro sport a tal proposito mi riconosco di più in quello coreano, poiché anche per merito loro e dei loro insegnamenti che sono riuscito a creare il mio stile.
KNM: Giovanni Barbagli del Koshikan di Firenze ha una domanda relativa all’organizzazione federale del Kendo in Italia. Cosa è significato per voi il passaggio dalla F.I.K. alla C.I.K.? Quali sono stati gli elementi che vi hanno portato a questa scelta?
G.G.: Il nostro passaggio ha significato sicuramente un salto di qualità, gli elementi che ci hanno portato a fare questa scelta sono stati diversi ma l’elemento fondamentale è stata la voglia di entrare a far parte di palcoscenici sia nazionali che internazionali di grande prestigio.
KNM: In quest’intervista siamo partiti dai tuoi riferimenti, ma ora anche tu credo che in qualche modo senti sulle spalle una sorta di responsabilità verso i più giovani su cosa vuol dire essere un campione di Kendo. Claudio Santagati dalla bellissima Sardegna desidera chiederti: cosa desideri che i giovani vedano in te, nel tuo kendo, nelle tue vittorie e sconfitte?
G.G.: Desidererei che potessero vedere in me un punto di riferimento, un consigliere, un amico con qualche esperienza in più da poter condividere.
KNM: un tuo caro amico che ormai ti ha chiesto di tutto, vuole sapere… “quanto si diverte ancora?” :D. Antonio Amendola
G.G.:Antonio sa benissimo quanto posso ancora divertirmi, è proprio questo il motivo che mi fa continuare ad essere un agonista, sentire tutte quelle emozioni, quelle paure, prima di ogni gara non ha prezzo.
KNM: la Sicilia è una terra bellissima ed almeno una volta nella vita va visitata, possibilmente portandosi il bogu in valigia :D.
Dove possiamo trovare te ed i tuoi compagni di pratica?
G.G.: Si, confermo che la Sicilia è una terra stupenda e sicuramente va visitata, e se vi portate con voi il bogu possiamo divertirci insieme a Messina, non esitate a contattarmi, a me ed ai miei compagni può farci solo un immenso piacere.
Con un pochino di ritardo, pubblichiamo il report scritto dal nostro amico Daniel Turner del Kendo CUS Verona che ha avuto la possiblità di vivere molto da vicino l’esperienza della nostra nazionale al 25° EKC di Germania 2013.
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Di ritorno dal 25° Campionato Europeo di Kendo vorrei riportare le emozioni che questi tre giorni hanno scritto in maniera indelebile nel mio cuore.
I duri allenamenti, i ritiri, e la pratica svolta ognuno all’interno del suo dojo, è ormai acqua passata, questo è il tempo della resa dei conti.
credits – CIK
Già durante la cerimonia di apertura si respira un clima di altissima attenzione, l’aria è frizzante, il freddo che aveva accolto i competitori all’esterno dell’imponente struttura sportiva è stato spazzato via dal calore dei loro cuori, pronti ad affrontarsi sugli shiai-jo. Inizia così la 25° edizione dei campionati Europei di Kendo.
I primi a solcare il parquette sono gli Juniores, un team formato da Antony Maio, Iuri Petralia e Irene Rizzo. Sin dal primo momento si capisce che la carica è alta, e la squadra inizia con il piede giusto. Immediatamente balza agli occhi l’intensità, la potenza e la luce degli ippon di Maio. Difficile veramente credere che l’impatto e la precisione siano di uno Juniores. Vinciamo la poule e si passa alle eliminazioni dirette, l’obbiettivo è il podio. Purtroppo la Romania che arriverà seconda classificata blocca il cammino dei giovani Azzurri. L’Italia degli under si classifica al 3° posto risultato storico per la nostra federazione.
credits – CIK
Agli individuali Juniores purtroppo il nostro cammino si interrompe troppo presto rispetto alle aspettative che avevano creato durante la competizione a squadre. Nonostante ciò il talento del giovane messinese Antony Maio emerge comunque portandolo al conseguimento del Fighting Spirit.
E’ la volta delle ragazze, orfane delle blasonate Papaccio e Livolsi, la squadra presenta nuove forze all’esordio europeo.
credits – Eva Ricciuti
Sono Eva Ricciuti alla primissima presenza azzurra e Chiara Olivieri che nonostante la precedente convocazione ai campionati del mondo questa volta avrà la vera occasione di far vedere di che pasta è fatta. Le ragazze si presentano sullo shiai-jo per una poule formata da Svezia e Reppubblica Ceca. Il primo incontro è con la Svezia e da subito il team azzurro mette in luce le sue qualità migliori: grandissimo spirito di iniziativa, determinazione e volontà.
La Svezia come la Repubblica Ceca sono presto battute. La squadra dimostra maturità spirito di sacrificio e grande unione. E’ questa litalia che volevamo vedere e così arriviamo ai quarti dove ad attenderci c’è la Francia che seppur con un team rinnovato quasi per metà ha come capitano la campionessa europea 2011 Pauline Stolarz. L’incontro è serratissimo è solo l’ultimo incontro a decidere la sorte delle nostre ragazze fermate da una Francia forte ma assolutamente alla loro portata.
Gli occhi delle ragazze all’uscita dello shiai-jo sono ancora pregni di energia e non rimanerne rapito è praticamente impossibile. Grandissima prestazione, bel kendo ma per questa volta l’avventura finisce prima del podio. Il riconoscimento del fighting spirit va a Serena Ricciuti interprete di una giornata pressochè perfetta. La prima giornata di gare volge al termine e tutti, competitori e spettatori siamo particolarmente provati.
Il giorno dopo è la volta della competizione a squadre maschile.
credits – CIK
L’Italia orfana del suo capitano, presenta due nuovi competitori all’esordio con la Nazionale maggiore Dario Baeli e Andrea Moretti. La poule vede il Belgio e la Lituania come i nostri prossimi avversari. Da subito si capisce che c’è qualcosa che non gira, nonostante l’ottimo livello della formazione Italiana, il Belgio ha la meglio e passa la poule come prima classificata spianandosi la strada verso il podio. L’italia passata come seconda invece si è resa la vita un po’ più difficile mettendo sul suo cammino Germania ed eventualmente la Francia.
Ma non importa i ragazzi sono già abituati a tutto e negl’occhi si intravede una grandissima determinazione. E’ la volta della Svezia.
I ragazzi lottano con tutte le loro forze ma la giornata non sembra essere quella giusta per loro, Giuseppe Giannetto agguanta all’ultimo lo spareggio.
E’ Mandia l’uomo giusto per questo tipo di incombenze, freddo, potente ed assolutamente detterminato a proseguire il cammino. Il primo attacco è un esplosione un kote men (una delle sue specialità) che fa saltare il pubblico in piedi, ma gli arbitri non sono dello stesso parere.
E’ l’attacco successivo un debana kote a portarci all’incontro successivo! Grande Fabrizio!
Con la Germania torniamo subito sotto anche se la sensazione è che il nostro kendo non riesca ad essere apprezzato al 100% ma questi sono forse commenti da tifoso più che da praticante. La Germania per un solo ippon si disputerà l’incontro successivo con la Francia per gli accessi alle semifinali.
Grandissimo esordio per Dario Baeli che ha visto il giovane messinese protagonista di una giornata quasi perfetta. C’è il tempo di ammirare la finale tra Francia e Belgio che vedrà la Francia campionessa Europea a squadre.
Arriviamo così a domenica, la giornata conclusiva dei campionati. Gli atleti scelti per rappresentare l’Italia sono per la parte maschile:
Andrea Moretti neo 4° Dan che ha ben figurato nelle giornate precedenti, Demetrio Orlando Indiscusso senpo della formazione Italiana, Giacomo Pezzo a mio avviso una delle più belle espressioni del kendo Italiano per la sua età (giudizio ovviamente parte essendo io suo compagno di dojo 😉 ), Giuseppe Giannetto più volte Campione Italiano premiato con il Fighting Spirit all’ultimo Campionato Mondiale e L’ex Campione Europeo Fabrizio Mandia attualmente campione Italiano in carica, intenzionato a riconfermare il titolo per la terza volta.
La compagine femminile è inceve composta da:
Chiara Olivieri nuovo acquisto della formazione Italiana, Laura Imperiale capitano della formazione femminile, Serena Ricciuti fighting spirit nella competizione a squadre, Chiara Bosetti terza classificata ai campionati Italiani e Alessandra Orizio attuale Campionessa Italiana in carica. La giornata si presenta da subito ricca di emozioni e i continui salti da un seggiolino all’altro mi costeranno da li a poco una tibiata clamorosa! Sugli spalti ad incoraggiare i nostri, i ragazzi Juniores, i mitici fisioterapisti e tutto lo staff.
Incominciano le ragazze e purtroppo la giornata per le nostre non incomincia nei migliori dei modi. Laura, Serena e Chiara Bosetti vengono fermate nella poule nel nostro più completo stupore. Peccato sicuramente il loro valore è ben più alto, ma in competizioni come queste non sempre il talento e le capacità bastano.
Grandissima invece Chiara Olivieri che dopo aver superato la Poule si deve arrendere ad un avversario molto ostico. Brava comunque!
E’ presto la volta dei ragazzi in blu.
Anche per loro come per le ragazze a passare alla fase successiva sarà solo il primo classificato nella poule. La tensione è altissima basta una piccola sbavatura per compromettere gli sforzi fin qui fatti. Gli Italiani iniziano quasi contemporaneamente sui diversi shiai jo e seguirli tutti diventa veramente difficile. Purtroppo l’avventura di Andrea e Demetrio finisce presto, troppo presto, sugli spalti tanto stupore, i nostri meritavano sicuramente di più. Fabrizio Mandia, Giacomo Pezzo e Giuseppe Giannetto passano agevolmente la poule. Giusto il tempo di una fetta di strudel ed è la volta delle eliminatorie, Giacomo è già sullo shiai jo ed incontro dopo incontro ippon dopo ippon mette in luce tutta la bellezza e l’efficacia del suo kendo, un perfetto mix di tecnica sopraffina, consapevolezza del centro e velocità.
Intanto brutte notizie dallo shiai jo B, Fabrizio è stato eliminato da un avversario, il britannico Gibson, che si aggiudicherà il fighting spirit.
Restano ancora in gara Giacomo Pezzo e Giuseppe Giannetto, quest’ultimo nonostante alcuni problemi fisici (credetemi la faccia del fisioterapista alla mia domanda: “come stà il polpaccio di Giuseppe?” la diceva veramente lunga su quanto questo ragazzo sappia mettere cuore e testa oltre l’ostacolo) sta mostrando a tutti noi come da i momenti più difficili si possa trarre la chiave giusta per ribaltare le situazioni. Siamo ai quarti di finale, Giacomo incontra il fortissimo Attila Dubi un atleta pluripremiato della selezione Ungherese e dopo un bellissimo incontro deve cedere il passo all’esperienza di Dubi, mentre Giuseppe deve affrontare Oscar Kimura capitano della selezione Svizzera. L’incontro, serratissimo, è un perfetto concentrato del kendo di Giuseppe. Un esercizio mentale incredibile, volto a destabilizzare l’avversario per poi fulminarlo con un attacco precisissimo e risolutorio. Si va avanti! Quarti di finale, Giuseppe domina l’avversario con un sonoro 2 a 0. Semifinale il temuto (almeno per noi in tribuna) Dubi, già vincitore contro Giacomo è il prossimo avversario. Per nulla intimorito invece Giuseppe che inizia il suo duello mettendo immediatamente in crisi l’ungherese. Il tempo regolamentare non basta si va all’encho specialità per il nostro Giuseppe, che fulmina l’avversario con un bellissimo Men!
Siamo alla finale, è un atleta Francese, Nakabayashi Koichi, l’avversario di Giuseppe.
L’incontro inizia, e per noi è apnea! Il francese attacca, doppia incalza, ma per toccare Giuseppe oggi serve ben altro, l’immagine è quella di un cobra che studia la sua preda, che sa aspettare, sa far “sfogare” l’avversario, pronto in qualsiasi momento a sferrare l’attacco decisivo.
Passano quasi 20 minuti di encho ma credetemi, oggi mi sembrano istanti, poi come il più letale dei predatori Giuseppe esplode un men di rara bellezza! La “curva” esplode in un urlo di gioia, il palazzetto è tutto per lui!!