Weekend molto intenso quello appena trascorso, iniziato alle ore 5 di sabato mattina e terminato domenica sera alle 22.30.
Come avevamo raccontato qui, la Confederazione Italiana Kendo in collaborazione con l’Ambasciata Giapponese ha curato l’organizzazione di una competizione nazionale tra squadre di diverse aree geografiche.
Oltre ad essere quindi una competizione tra aree, era un confronto tra varie kenshi di specifiche categorie.
Le squadre da 7 elementi, dovevano essere così composte:
1) Juniores
2) Donna
3) Donna
4) Uomo fino al 3° dan
5) Uomo oltre il 3°dan
6) Agonista comprovato
7) Open
Si è avuto quindi la possibilità di assistere ad incontri relativamente equilibrati tenendo quindi alto il livello di sana tensione durante tutto il torneo.
Il programma, prevedeva inoltre sia lo stage istruttori che lo stage arbitrale, guidato da Minoru Makita Sensei, Responsabile dell’International Budo University Kendo Club, accompagnato da Arimitsu Kawakami Sensei, docente della Kokushikan University.
A margine segnaliamo che Makita Sensei ed il Presidente Navilli si sono ritrovati proprio ieri dopo ben 34 anni. Erano difatti entrambi ai presenti mondiali del 1982 quando Makita Sensei vinse il campionato a squadre maschile di San Paolo.
Il seminario per il gruppo dal 4° al 7° dan è stato molto concreto: poche punti su cui lavorare ma molto precisi.
Uno su tutti era il portare la massima attenzione su “come” otteniamo un colpo valido o “come” lo subiamo, perché è proprio in questo che il Kendo si differenzia da altri sport o discipline.
Vincere senza aver costruito correttamente un’azione ci fa crescere decisamente molto meno rispetto a quando riusciamo ad instaurare un rapporto forte e sincero con il nostro avversario. Verrebbe da dire che questo vale ancor di più quando l’ippon lo si subisce.
Lo scopo del Kendo è crescere come persone, non solo quindi come kendoka, ma come esseri umani.
Imparare pertanto dagli errori quando il rapporto tra noi e chi abbiamo difronte è vero, ci fa sicuramente crescere meglio e più velocemente.
E’ uno sforzo indubbiamente proficuo…
Dopo la pratica di tecniche base e poi avanzate, la mattinata è terminata con una serie di jigeiko liberi per provare a mettere in azione quanto studiato.
Il pomeriggio invece è stato dedicato prevalentemente agli arbitri. Qualche decina di shiaisha hanno praticato shiai ed a rotazione i vari arbitri presenti valutavano ogni scambio. Prima quelli all’interno dello shiai-jo e poi quelli fuori, seguito da un confronto aperto e puntuale proprio con Makita Sensei.
Nell’assistere a questo seminario ho appreso ancor di più quanto sia complesso il ruolo dell’arbitro e quanto questo ruolo debba essere rispettato a prescindere da tutto.
Tra i vari spunti emersi durante il seminario mi ha positivamente colpito una nota di Makita Sensei riguardo a situazioni in cui due arbitri hanno un’ottima posizione per valutare un colpo, assegnano con decisione un ippon ed il terzo, in una posizione meno ottimale e che ha il dubbio se assegnare o meno l’ippon.
In quella condizione, quindi nel dubbio avendo una posizione poco favorevole per valutare, è meglio seguire il resto della terna arbitrale per supportare la fiducia dello shiaisha nel vedere tutte e tre le bandierine alzate.
La giornata è proseguita poi nell’hotel che ospitava le varie delegazioni, dove tutti assieme abbiamo potuto ritrovarci per un momento conviviale tra aperitivo e poi cena.
Stanchissimo dall’alzataccia con Raffaella all’alba, ci ritroviamo la mattina seguente per la “Coppa dell’Ambasciatore Kendo” assieme al resto della nostra delegazione composta da Daniele Onori, Sara Piagnani, Raffaella Ugoccioni, Diego Breccia, Paolo Molinaro, Marco Tabellini ed il sottoscritto.
Durante la cerimonia di apertura sia la delegazione della Zen Nippon Kendo Renmei che i membri dell’ambasciata hanno voluto ricordare le vittime del recente terremoto del 24 Agosto per il quale la stessa Ambasciata ha istituito una raccolta fondi così da sostenere le popolazioni colpite da questa tragedia.
I sorteggi ci vedono assieme a due fortissime realtà come la Liguria e la Sicilia, ma cerchiamo di non pensarci ed apprezziamo le bellissime dimostrazioni di iaido, jodo, kendo e Tenshin Shoden Katori Shinto Ryu.
Inizia il torneo! Anche il Leicester puntava alla salvezza in Premier League e poi ha vinto il campionato inglese, ma nel nostro caso la differenza tra noi e loro era davvero fuori scala.
Disputiamo i nostri incontri cercando di fare il meglio possibile e riusciamo grazie a Paolo a portare a casa anche una vittoria in un incontro!
Al termine della poule siamo tutti d’accordo che la sorpresa nel nostro gruppo è stato Daniele, il nostro juniores che dal “basso” del suo 4° kyu si è comunque mosso bene.
Speriamo abbia la possibilità di provare nuove esperienze di shiai e che, avendo la fortuna d’aver iniziato questa disciplina da giovane, possa continuare a crescere assieme ai suoi compagni dell’Umi no Kenshi di Porto San Giorgio.
Usciti dalla nostra poule seguiamo con interesse ma anche molta stanchezza tutti gli incontri.
La formula adottata per questa competizione, oltre ad aggregare i vari club, sembra aver soddisfatto molto i partecipanti, che hanno avuto modo di
confrontarsi con avversari non così impossibili come invece può accadere in competizioni comuni come i campionati italiani.
Gli incontri più avvincenti e più belli da seguire sono stati sicuramente quelli che hanno visto in azione i giovani, potenza e determinazione nell’esecuzione
delle tecniche davvero molto interessanti!
Paradossalmente, ho apprezzato maggiormente questi ragazzi che puntavano a colpire prevalentemente “men” piuttosto che i tanti degote schivando “men” e perdendo la postura corretta.
Con una battutta verrebbe da dire che il “kote-debana-men” andrebbe calcolato come 1/2 ippon e “men” premiato con un ippon intero 🙂
Accanto a queste terribili furie del Kendo ci sono stati diversi incontri interessanti come ad esempio il lungo encho di spareggio (18 minuti!) tra Li Causi (Lazio) e Sakai (Toscana), ma non solo…
Prima della finale, gli organizzatori hanno giustamente trovato uno spazio da dedicare al futuro del nostro movimento. Bambini e ragazzi che sotto la guida di Mattia Pizzamiglio e Leonardo Brivio hanno eseguito i kihon no kata, kirikaeshi, uchikomi-geiko e jigeiko.
Un suggerimento a tutti i lettori del blog: arruffianatevi questi bambini nella speranza che vi grazino in keiko tra una decina di anni 😛
La Liguria è in finale con la Lombardia Est, che oltre ad avere i giovani e fortissimi Lancini e Manzella, vedono come taisho Gianfranco Moretti!
Congratulazioni quindi a tutti i premiati e non solo.
I video della finale sono disponibili qui.
Risultati della Coppa Ambasciatore:
1. Lombardia Est
2. Liguria
3. Lombardia Ovest / Triveneto
Fighting Spirit: Alberto Carubbi (Emilia Romagna) e Serena Ricciuti (Triveneto)
La presenza dell’Ambasciatore Giapponese in Italia Kazuyoshi Umemoto assieme ad altre cariche istituzionali del Ministero degli Affari Esteri e del Comune di Roma capitale hanno sicuramente dato prestigio alla manifestazione per la quale ci sarà un servizio RAI curato dall’ormai specialista Giulio Guazzini.
Terminiamo questo report con un ringraziamento personale alla C.T. che mi ha scelto come selezionatore, dandomi la possibilità di fare una bellissima esperienza assieme ad altri amici del Kendo.
Il ringraziamento va poi obbligatoriamente esteso alla CIK, all’Ambasciata Giapponese, agli amici romani che hanno curato l’organizzazione di tutto l’evento ed ai Maestri Makita e Kawakami.
“Last but not least” un grazie a tutti i miei compagni ed a tutti i partecipanti, perchè senza praticanti con cui incrociare le shinai nulla ha senso.