Tra i promossi il caro Salvatore Bellisai che ha superato l’esame di 3° dan di Iaido.
Tra i promossi il caro Salvatore Bellisai che ha superato l’esame di 3° dan di Iaido.
Purtroppo chi per motivi familiari, chi per motivi di lavoro od altri impegni vari, non abbiamo potuto presenziare a questo bellissimo evento organizzato dagli amici del Mugen Kendo Como. Vogliamo però in qualche modo abbracciarli virtualmente pubblicando uno scritto di Gianni Gaspa.
Oltre alla bella nota scritta da Gianni su facebook che ritrovate qui, ha scritto questo articolo per il blog che riportiamo integralmente.
Un evento fortemente voluto dal Maestro Salvatore Bellisai e oramai diventato un appuntamento consolidato nel tempo.
Nato qualche anno fa allo scopo di dare un’opportunità a noi nuove leve del Kendo Como per cimentarsi in quelle che volevano (ma ancora lo sono) le prime gare senza il “peso” della competizione e con la giusta tolleranza dei maestri che, nonostante il saluto non proprio conforme o il sonkyo traballante, chiudevano un occhio e sorridevano sotto i baffi.
Il Mugen nel frattempo è cresciuto, ma lo spirito della festa Mugen è rimasto tale, la condivisione di anni di sforzi, di passione, rabbia, gioia e sudore c’è ancora e ogni anno si rinnova.
Vedere così tanti amici presenti ed importanti per il kendo in Italia, ma soprattutto i nuovi arrivi, kendoka che per la prima volta indossano l’armatura, è come una bella storia che si rinnova ogni volta, e che fa credere ancora che questa pratica, quest’arte, è così importante da essere trasversale a ogni cosa.
Purtroppo non abbiamo nè la forza nè le capacità di organizzare un evento che non precluda gli inviti a pochi amici, perché significherebbe articolare l’evento su più giornate e una mole di lavoro che non ci consentirebbe di farlo con quel giusto clima di amicizia e qualità. Vedremo se nel futuro, con grande umiltà, si potrà crescere ancora.
La festa è stata anche l’occasione per un saluto commosso allo scomparso Maestro Leonardi, che poco tempo fa era presente nel nostro Dojo per una pratica e che non ha mai fatto mancare la sua presenza, i suoi consigli, i suoi insegnamenti e la sua umiltà hanno colpito tutti.
Il 4° torneo Mugen, se l’è aggiudicato il MumuKwan di Borghetto Lodigiano, la cui presenza di veterani ha fatto la differenza e ha avuto la meglio nella finale con il Mugen
Como di Galli, Gaspa e Gabaglio!
Onore anche ai terzi a pari merito, la squadra mista del Ken Yu Kai Novara con Umberto Leonardi, del mitico Paolo Bocchetti (jmmi) e di Chiara Beretta del Kenzan Gallarate che, tra l’altro, si è aggiudicata anche il Fighting Spirit e del Kyūshin-ryū di Varese con Malato di Kendo.
Una bellissima nota, il premio per il miglior ippon della manifestazione conferito dal Maestro Rigolio a Nariaki Ito.
Non si possono non citare i Maestri, Azeglio Babbini, Leonardo Amoruso, Stefano Betti, Franco Sarra, Luigi Rigolio, Tomaso Boscarol, Giancarlo Smurra, Enrico Monaco, Gabriele Martin, Serafino Mellone, Stefano Cortellezzi, Fulvio Gallesi, Vito Pappalepore, ed i componenti delle giurie presenti per tutto l’aiuto e il supporto dimostrato a cominciare da Claudio Savoia, Satomi Yanagibashi, Manenti e tanti altri.
Gianni Gaspa – Mugen Kendo Como
proseguiamo l’intervista con la 2° ed ultima parte dell’intervista a Gianfranco Moretti, Presidente della Confederazione Italiana Kendo, iniziata qui.
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K.N.M.: Tra i pochi testi in lingua italiana sul kendo troviamo quello scritto da lei e pubblicato nel 1988. L’ha riletto recentemente? Cosa prova quando pensa al periodo in cui è stato scritto?
G.M.: Mi piacciono i disegni di Salvatore Bellisai e la foto in ultima pagina dove sono con gli amici (che ho rivisto lo scorso anno) della polizia di Kobe. Per il resto è un libro scolastico che allora andava bene perché quasi nessuno conosceva il kendo e , forse , poteva aiutare un minimo approccio. Sottoscrivo infine la mia pagina iniziale dove spiego sostanzialmente che il miglioramento della tecnica è direttamente proporzionale al numero di volte che si indossa il men come a dire che nessun libro di kendo ci può essere più utile di un buon allenamento nel dojo.
K.N.M.: Anche se non sono passati secoli ma solo pochissime decine d’anni, osservando video di Kendo di quel periodo notiamo che dal punto di vista tecnico sicuramente c’è stata un’evoluzione, o comunque un cambiamento. E’ stato perso qualcosa, tecnico e non, che secondo lei varrebbe la pena recuperare?
G.M.: Il mondo evolve e con lui , ovviamente anche il kendo. Quello che si è naturalmente perso è il legame diretto con i Maestri delle origini , quei noni e decimi dan che i nostri maestri attuali più anziani hanno avuto la fortuna di seguire direttamente ed erano ammantati di un’aura “marziale” che è quasi impossibile scovare oggi anche in Giappone.
K.N.M.: Ci parli dei suoi riferimenti, dei Maestri che l’hanno segnata maggiormente.
G.M.: Come ho detto ho iniziato con Kentaro Miyazaki e senza il primo mattone non si può costruire nulla. Tra l’altro vi comunico in anteprima che al prossimo Kyoto Taikai il mio Tachiai sarà proprio contro il mio primo Maestro (nessuno pensi che vi sia stata pressione sugli organizzatori…). (nd.r. qui il tachiai dello scorso anno)
Ho seguito poi Nobuo Hirakawa che è sempre stato con noi generosissimo di attenzioni ed insegnamenti.
Nei momenti comunque , soprattutto agli inizi , dove non vi erano Maestri giapponesi sempre mi era di grande aiuto l’insegnamento di Azeglio Babbini che forse anche voi avete potuto conoscere anche se ora è un po’ acciaccato.
Poi ho due cari amici delle cosiddette nuove generazioni che sono Masahiro Koyama e Kazuiko Tani : devo dire che sono molto fortunato nelle amicizie…
Come praticante, atleta della nazionale , responsabile tecnico federale e poi presidente ho comunque conosciuto, frequentato, apprezzato e stimato un innumerevole lotto di Maestri che qui non elenco ma con i quali ho rapporti di stima, spero reciproca, che vanno al di là della mera conoscenza e tutti mi hanno insegnato qualcosa perciò, quando li incontro, non manco mai di ringraziarli.
K.N.M.: Qual è tra tutti i Maestri di nuova generazione che più l’ha colpita e perché?
G.M.: Vi sono tantissimi giovani fenomeni soprattutto al top dell’agonismo in Giappone, passata una certa età alcuni un po’ si perdono ed altri, al contrario modellano le loro doti passando dall’essere un campione al diventare un Maestro: in generale ammiro chi riesce a fare questo passaggio che non è per niente facile e scontato.
K.N.M.: In rete abbiamo letto alcuni articoli e commenti su come manifestare la propria gioia a fine incontro in shiai, anche quando il risultato raggiunto è letteralmente storico come nel caso dell’Italia al 26° EKC. Qual è la sua opinione al riguardo?
G.M.: La Nazionale Italiana è universalmente riconosciuta tra le più rispettose dell’etichetta, fino all’ultimo chi era dietro alla squadra è stato composto. Quando abbiamo vinto hanno educatamente esultato considerando che, anche giustamente, erano sovrastati da un palazzetto in buona parte “casalingo”. Non vedo quindi nessun comportamento censurabile come non consono al nostro mondo.
K.N.M.: L’Italia ha avuto l’onere o l’onore di ospitare la 15° edizione dei campionati mondiali: sono trascorsi quasi due anni e certe emozioni lasciano sicuramente spazio a maggior lucidità d’analisi. Cosa ha significato per lei quell’esperienza e che tipo di feedback a livello di crescita ha apportato alla nostra federazione quest’impegno di primissimo piano?
G.M.: Grazie anche a quell’evento che per noi organizzatori rimarrà come indelebile ricordo , la CIK gode ormai di un prestigio internazionale inattaccabile . Per quanto riguarda la crescita complessiva io mi auguro che l’aver potuto ospitare un campionato di quel calibro che, ricordo, ha avuto anche un record di presenze (leggi vendita di biglietti) sugli spalti abbia dato una nuova spinta di entusiasmo per chi tra i nostri associati desidera promuovere le nostre discipline.
K.N.M.: Qual è la sua opinione riguardo la possibilità che il Kendo diventi sport olimpico?
G.M.: Non credo che il kendo possa diventare disciplina olimpica e, onestamente, la cosa non mi preoccupa…
K.N.M.: Quale obiettivo si è dato come Presidente CIK e quale come kendoka?
G.M.: Come Presidente il mio obiettivo attuale è quello di lasciare la CIK in buone mani e quindi, insieme al Consiglio, dobbiamo sforzarci di creare una nuova e motivata classe dirigente che ci possa in fretta sostituire.
Come Kendoka mi piacerebbe sempre cercare di migliorare la tecnica e lo spirito ma il tempo passa inesorabile e questo obiettivo è sempre più difficile da perseguire.
Di sicuro almeno una volta proverò a fare l’esame per ottavo dan per poter raccontare ai nipoti di esserci stato.
K.N.M.: Chiudiamo con una curiosità prettamente tecnica di un nostro amico e collaboratore…
Dobari o Koto? E perché?!
G.M.: Dipende dalle tecniche che si prediligono , io uso Dobari , a Voi scoprire le mie tecniche.
Beatrice Palma è un’amica che abbiamo coinvolto nello staff per la 6° edizione del Trofeo in qualità di fotografa.
Come per noi il Kendo, Beatrice vive il suo “hobby” con passione e dedizione. Il sabato del Trofeo era influenzata, ma pur di mantenere l’impegno preso con noi, è rimasta fino a tardo pomeriggio per immortalare le premiazioni.
Non le abbiamo detto molto sul Kendo, l’unica indicazione che le abbiamo fornito velocemente e senza troppi dettagli è stata di cogliere le espressioni delle persone presenti e cercare di catturare lo spirito durante la gara.
Tutto e niente per una persona che non conosce il Kendo.
A nostro modo di vedere, Beatrice si è spinta oltre, e siccome merita davvero attenzione per il lavoro svolto, invitiamo tutti i curiosi di visitare la sua pagina Facebook e di scoprire che non è brava solo ad immortalare il Kendo…
Converrete con noi che è riuscita a cogliere dettagli del Kendo decisamente interessanti; se avete apprezzato il suo lavoro lasciatele un commento.
A suo modo è una kendoka anche lei 😉
Grazie mille Bea!
Le foto ufficiali sono disponibili al seguente link.
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.481393138632559.1073741831.481363665302173&type=1
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Chi si è perso il racconto del 6° Trofeo dell’Adriatico “visto da dentro” lo ritrova al seguente link
http://ikendenshin.wordpress.com/2014/02/21/il-6-trofeo-delladriatico/
Quest’anno il Trofeo, oltre allo Stage tenuto dal M°Bellisai ed ospitare l’inaugurazione ufficiale del nostro dojo, avrà un nuovo appuntamento al quale teniamo particolarmente.
L’Enbu Taikai, una piccola novità che speriamo possa acquisire negli anni sempre più importanza.
L’ Enbu (esibizione) consisterà in shiai dimostrativi tra kenshi 5° o 6° dan con l’intento di divulgare una concezione “evoluta” di shiai in cui le differenze tra kendo “da gara” e “da esame” (perdonateci la semplificazione) si assottigliano fino a scomparire.
Gli incontri si svolgeranno al termine dello stage mattutino del sabato e saranno senza limite d’ippon.
Sarà presente un unico arbitro che segnalerà soltanto gli ippon “eccezionali”.
Considerando la valenza dimostrativa dell’evento, i partecipanti che abbiamo contattato, se vogliono potranno anche scegliere con chi combattere.
Ogni coppia sosterrà un solo incontro.
Anche dal punto di vista formale cercheremo di osservare alla lettera il protocollo e la solennità necessaria.
In Italia non vi sono molte occasioni in cui neofiti possono assistere a shiai tra kenshi di un certo livello. Soprattutto con questo tipo di approccio.
Vorremmo dare a questi kendoka, l’opportunità di vedere, e ricercare, un punto di riferimento a cui tendere. Un “modo” di fare kendo e shiai.
Vorremmo riservare uno spazio (seppur piccolo) a coloro che ci aiutano ogni anno nello svolgimento del Trofeo dell’Adriatico.
Considerando che il Trofeo quest’anno coincide anche con l‘inaugurazione ufficiale del nostro nuovo dojo, questo progetto assume per noi anche un valore più profondo, poiché lo consideriamo come una sorta di “manifesto programmatico” del dojo.
Speriamo che tutto ciò sia ben apprezzato dai partecipanti al nostro evento.
Grazie nuovamente di cuore a tutti coloro che hanno accettato il nostro invito.
Ci vediamo il 15 e 16 Febbraio 2014 a Gradara 😉
Ikendenshin