Promuovere il Kendo è molto complesso. E’ un tema centrale sul quale dibattiamo spesso con amici che conoscono e praticano questa disciplina come noi.
Al Kendo tra l’altro ci si arriva da diverse strade. La passione per il Giappone, per le arti marziali in genere, i samurai, e tanto altro.
E’ altresì vero che le dimostrazioni sono importanti, vanno ben preparate, ma è altrettanto rilevante cercare di ben contestualizzarle cercando di far cogliere lo spirito con cui si pratica la via della spada.
Oggi vi raccontiamo il progetto “Budo Night” curato da Federica Raverta assieme ad una serie di partner che hanno contribuito all’ottima riuscita dell’evento!
credits – Riccardo Bonetti
Buona lettura.
Ci sono incontri casuali che si rivelano poi centrali nella vita di una persona.
Così è stato per me più di 10 anni fa con il kendo, e meno di due mesi fa con Giulio Tosini e Gepi Digrandi, che gestiscono Areapergolesi, uno spazio multimediale nel centro di Milano. Durante il nostro primo incontro ha preso forma l’idea della Budo Night, nata dalla mia passione per la spada giapponese e dal loro desiderio di creare una nuova serata d’intrattenimento culturale per promuovere il loro spazio. Bisogna dire questo, di Giulio e Gepi: sarebbero due ottimi kenshi, perché hanno il coraggio, l’entusiasmo e quel briciolo di incoscienza che porta a osare e ad affidare la direzione creativa di un evento a una persona che si conosce appena.
L’obiettivo che ci siamo posti era, naturalmente, ambizioso come un ippon: volevamo dar vita a una serata che facesse conoscere kendo e iaido a un pubblico di non addetti ai lavori e che fosse anche un momento piacevole e conviviale; ma soprattutto io ci tenevo a mostrare il kendo e lo iaido in tutta la loro bellezza marziale, da un lato non riducendoli a spettacolo folkloristico, dall’altro senza tediare il pubblico con lunghe e complicate spiegazioni tecniche che, ascoltate la prima volta, risultano anche parecchio incomprensibili.
Abbiamo vinto la scommessa grazie a due fattori: il primo è che Areapergolesi, grazie ai suoi 12 proiettori, mi ha permesso di vestire le pareti della sala con filmati, fotografie e slide con spiegazioni tecniche che sono stati la cornice culturale dell’evento, suggerita a tutti ma non imposta. Il secondo è l’alto livello professionale di tutti i partner coinvolti nella serata: persone competenti, educate e rispettose del lavoro altrui, con cui è stato facile e piacevole lavorare, come in un jigeiko quando c’è intesa. Le luci teatrali di Vama Service, le musiche di Backstage, il catering squisito di Enoteca Raiteri e la gentilezza e la competenza di hostess e steward di Hit sono stati tutti elementi fondamentali per la riuscita dell’evento e per la felicità degli ospiti.
credits – Riccardo Bonetti
Da ultimo, abbiamo regalato ai partecipanti l’insegnamento più prezioso di chi pratica la spada giapponese: budo è impegnarsi per dare il meglio nella vita quotidiana, non solo in dojo, e per questo abbiamo creato un set fotografico e abbiamo trasformato tutti in perfetti kenshi. Il risultato dei nostri sforzi, la bravura del fotografo Riccardo Bonetti e della troupe di Black Puppet, che ha filmato la serata, lo potete apprezzare nelle foto e nel video che completano questo articolo. Se ho citato tutti questi nomi, è perché credo fermamente che la professionalità e il talento vadano premiati e messi in evidenza: soprattutto quando ciascuno di noi ha lavorato senza compenso, ma non per questo con minor impegno, per raggiungere quell’idea di eccellenza che avevamo in testa.
credits – Riccardo Bonetti
A me non resta che ringraziare di cuore i dojo milanesi Shumpukan e Alser Kendo Club, che hanno aderito con entusiasmo all’iniziativa e sono stati l’anima di un nuovo tipo di evento culturale che ha saputo emozionare, divertire e interessare i nostri invitati.
Lo scorso anno la nostra presenza era limitata a Marco D’Agnolo (in basso a destra nella foto di gruppo), quest’anno, nonostante alcune difficoltà, siamo riusciti a portare una squadra intera dalle Marche grazie alla preziosa presenza di Marco Papetti da Porto San Giorgio!
Il diario della giornata trascorsa al Trofeo Mugen 2013 è stato scritto dal nostro caro Filippo Tonelli, che assieme a Marco D’Agnolo e Marco Papetti faceva parte della missione marchigiana in terra lombarda :-).
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Partenza per il trofeo Mugen 2013. Guidati dal nostro capitano Marco D’Agnolo e rafforzati dalla graditissima presenza dell’amico Marco Papetti, del dojo di Porto San Giorgio, partiamo alle ore 6:00 dal casello di Fano, alla volta di Morimondo, in quel di Lombardia.
All’altezza del casello di Cesena il nostro capitano chiede un cambio al volante e si concede un sonno ristoratore (riposo del guerriero?) ; il granitico Marco Papetti, nonostante avesse già 80 km di guida (Porto San Giorgio-Fano), si offre volontario per il cambio.
Dopo tre ore di viaggio, guidati da un Tom Tom senza voce (audio guasto…) attraverso le campagne lombarde, giungiamo sul posto alle 9:20 circa. Giusto il tempo per salutare il M°Bellisai che ci accoglie con calore, sbrigare le formalità, cambiarsi e siamo già in pista.
Ikendenshin – Porto San Giorgio
Diamo una rapida scorsa ai tabelloni e vediamo che siamo inseriti nella seconda pool, contro la squadra Mugen Como B (nell’ordine Gaspa, Catelli, Galli). L’emozione per me è fortissima, il battito del cuore sembra spostare le pieghe del mio keiko-gi, ma la calma del nostro capitano mi tranquillizza e, messo il men, tutto sembra scomparire. Gli avversari sono più forti ed il punteggio finale lo conferma: tre vittorie su tre e tutte per 2 ippon a zero. L’incontro è bello, ed anche se sconfitto, sono soddisfatto.
Nel frattempo l’emozione cala e sale la concentrazione per il secondo incontro dove ce la giocheremo con il dojo di Varese. Il livello tecnico si dimostra più equilibrato rispetto alla prima gara, sento di potermela giocare, ma la mia inesperienza nello shiai si fa sentire e perdo in maniera sciocca: per due volte l’avversario entra con men, per due volte paro, ma paro troppo basso e così, complice la sua maggiore altezza, la sua shinai arriva a colpirmi. Ammetto di aver perso per un nanosecondo il mio spirito zen…
La mia è l’unica sconfitta, i miei compagni ottengono entrambi un pareggio.
Ormai siamo fuori, non rimane quindi che assistere alle gare e fare quattro chiacchiere con i ragazzi di Bologna, Padova e Como. Il nostro M° Stefano Betti, in una pausa dagli arbitraggi, approfitta per venire a salutarci, ma, saputo che ero stato l’unico della squadra ad essere sconfitto 2 volte, tenta un esecuzione sommaria del sottoscritto… 😀
Le gare continuano ed io mi godo lo spettacolo di un Kendo con poche parate, pochi spostamenti di corpo e testa, tanto sutemi. Una squadra tutta femminile rivela 3 ragazze davvero sorprendenti per velocità, tecnica e grinta! Una di loro vincerà meritatamente il Fighting Spirit e con la più tosta delle tre non perderò l’occasione di farci due minuti di ji-geiko alla fine della giornata!
credits – Marco Papetti
Il trofeo si avvia alla conclusione, premiazioni, ringraziamenti e tanti applausi.
credits – Mu Mun Kwan Borghetto
3° Trofeo Mugen
1° squadra classificata Kyumeikan Monza A
2° squadra classificata Alser Milano A
3° squadre classificate Mu Mun Kwan Borghetto A e Mu Mun Kwan Borghetto B
Fighting spirit Gallesi Arianna
assieme agli amici di Kendo Como
I maestri propongono mezz’ora di ji-geiko per chi vuole e, poiché pochi praticanti scelgono di rimanere, l’occasione è ghiotta: tanti sesti e un settimo dan tutti per noi sono da non perdere!
Mi butto e mi metto in fila, caso vuole che incontri prima Stefano Betti, il quale nonostante abbia la possibilità di eliminarmi definitivamente, sceglie di graziarmi e mi concede un gran bel ji-geiko, fisico e rapido; poi, per un fortunato caso, mi ritrovo con il M°Katsukawa del dojo di Monza: dritto, sereno e granitico! I suoi pochi, millimetrici movimenti, mi hanno fatto lavorare sulla comprensione del momento giusto per entrare; il maestro si è messo a mia completa disposizione ed alla fine mi sono meritato un pollice su (OK!), un sorriso e un “bravo”: per me una soddisfazione enorme.
Gran finale con grigliata, birra e la compagnia dei ragazzi di Como.
Al momento di partire troviamo sul parabrezza un foglietto: Marco Papetti, ottimista nato, si dichiara convintissimo che sia pubblicità, mentre Marco D’Agnolo comprende subito la triste verità…multa per divieto di sosta.
Ci guardiamo, pieghiamo il foglio in una tasca, sorridiamo e partiamo: potrebbe una multa rovinarci la giornata?! 😉
Come alcuni di voi sapranno, Mimi Erşen nell’ultimo mese ha visitato diversi dojo in Italia. Tra una birra ed una chiacchiera, abbiamo deciso assieme d’instaurare una collaborazione grazie alla quale ci racconterà com’è stato vivere qualche settimana di “full immersione kendo” qui nel Bel Paese. E tanto altro…
Quante cose che girano per la testa dopo un weekend come quello appena passato!
Si passa dalle emozioni fresche a quelle più datate in modo rapidissimo.
Occorre fare un po’ d’ordine.
Partiamo da quelle più lontane… Eravamo con Salvatore Bellisai e Stefano Betti quando 3 anni fa quasi per scherzo si disse: “Perchè non organizziamo una gara tra amici?”.
Tanti men sono passati…ed eccoci qua, a commentare un evento che dopo 3 edizioni ha ospitato amici, arbitri e praticanti dai seguenti dojo:
Il lavoro dietro ad un evento del genere è stato minuzioso ed abbiamo cercato di fare gruppo coinvolgendo il più possibile tutti i kendoka del nostro dojo, anche gli ultimi arrivati perchè i punti da seguire erano tanti e sarebbe stato bello poter condividerne i risultati. Questa è forse la cosa che ci ha dato più soddifazione.
A seguire, abbiamo poi avuto un ottimo supporto nel divulgare questa iniziativa da parte del Comune di Gradara grazie al prezioso lavoro del nostro Roberto Agostini assieme a Filippo Gasperi dell’Ufficio di Segreteria del Comune. Ecco perchè tra gli spalti c’era gente incuriosita ed estranea al Kendo. I doverosi ringraziamenti riguardo questo aspetto organizzativo meritano un articolo a sè 😉
Permetteteci di portare alla luce un ulteriore orgoglio… il mitico trofeo, presentato solo quest’anno proprio in occasione delle premiazioni.
Secondo voi, potevamo non sfruttare le capacità di artigiano di bottega del nostro Giulio Gabbianelli dopo aver visto e ricevuto da lui il mitico Tsuki trainin pad??
Assolutamente no! Ed allora la creatività dell’artista è stata liberata ed è nato il vero Trofeo dell’Adriatico che, per posizione geografica e contesto “kendoistico” non poteva non essere che un remo. Si, c’è chi lo vede come il “bastone” che Miyamoto Musashi usò nel mitico combattimento in spiaggia o chi come suburito (Dado lo ha subito testato 🙂 ).
Resta il fatto che questo bellissimo remo realizzato in casa da Giulio sarà il trofeo dove inseriremo i vincitori di ogni edizione, rendendolo quindi a tutti gli effetti un vero e proprio albo d’oro da esporre ad ogni Trofeo dell’Adriatico del futuro.
Credits - Marco Ghidoni
Ma veniamo al diario…
Io e Davide arriviamo presto e sistemiamo subito il banchetto delle iscrizioni dove Davide consegnerà assieme al programma la spilletta realizzata per l’occasione.
designed by Giulio Gabbianelli
La palestra si affolla sempre di più, la distesa di bogu inizia a infittirsi.
Credits - Andrea Santinelli
Conosciamo nuovi amici e cerchiamo di farli sentire subito a casa. Siamo ai confini della Romagna e l’ospitalità è una delle caratteristiche a cui teniamo maggiormente.
Tra questi anche alcuni dei ragazzi dello Shudokan di Roma che fermati da un guasto all’auto hanno comunque raggiunto il palazzetto per assistere e supportare i compagni; un grazie particolare a loro ;-).
Stefano Betti, che ha curato lo stage mattutino, non ci ha fatto risparmiare sudore…ed è stato bellissimo!
Credits - Andrea Santinelli
Tra gli ospiti abbiamo avuto anche i simpaticissimi bimbi di Leonardo “Dado ” Brivio che hanno dato un tocco speciale alla pratica.
Credits - Andrea Santinelli
Se torna tra qualche anno Taro ci fa neri!! 🙂
Credits - Andrea Santinelli
Guardandomi attorno, avevo quasi la sensazione che si stesse creando con il passare dei minuti quello che poi è effettivamente emerso nel pomeriggio.
Uno spirito combattivo ma profondamente leale tra i praticanti in vista della gara. Decisamente intenso….
Eccoci qua tutti pronti per la foto di rito prima del meritato pranzo…
Credits - Andrea Santinelli
Già il pranzo… Chi conosce Davide Delise sa che eravamo costretti ad assegnargli l’organizzazione del pranzo. E’ un cultore del cibo e non ha deluso le aspettative. Primo in bianco al ragù di pesce sotto il Castello di Gradara.
Credits - Marco Ghidoni
Peccato che Stefano Betti e Marco D’Agnolo (infortunato ma iper presente 😉 ) si siano sacrificati per preparare tabelloni, shiai-jo e tutto il necessario per la gara.
La gara prevedeva una prima fase per gli individuali fino alle seminfinali escluse, per poi passare alla parte riservata alle squadre (le foto delle squadre le trovate qui, peccato che qualcuno ha fatto il timido 🙂 ).
Giunti alle semifinali, si riprendevano gli individuali e poi la grande chiusura di nuovo con le squadre.
Vi posso garantire che la tensione presente dentro lo shiai-jo scatenata dall’ippon-shobu è pazzesca. Un minuscolo calo di tensione e si è eliminati. Sigh! Penso sia un ottimo modo per studiare il tame. Non c’è infatti un incontro che non catturi l’attenzione…anche perché un incontro potrebbe durare veramente pochissimo, come in effetti è accaduto in alcuni casi.
Oltre ai premi curati da noi organizzatori, il Comune di Gradara rappresentato dal Vice sindaco Dott.Caroli e da Filippo Gasperi dell’Ufficio di Segreteria del Comune hanno donato a tutti i premiati una bellissima realizzazione artigianale dell’artista locale Ilario Giardini de “La Bottega dell’artigiano” (info Tel.0541.969620)…
…ed infine un attestato di ringraziamento per ogni arbitro firmato da tutti i partecipanti alll’evento.
Qui sotto trovate un esempio ancora immaccolato 😉
designed by Giulio Gabbianelli
Nel saluto finale del Dott.Caroli e di Stefano Betti è stato poi ricordato il momento tremendamente difficile che il Giappone sta affrontando a causa del fortissimo maremoto dell’11 Marzo scorso. La profonda emozione di quegli attimi finali del Trofeo hanno reso perfettamente lo spirito che ha mosso il comitato “Un aiuto per i nostri fratelli Giapponesi”…
Terminate le premiazioni ci siamo ritagliati una mezz’oretta di jigeiko con gli arbitri e gli ultimi temerari della giornata. Yeah!!! 🙂
Salutiamo tutti. Siamo alla fine, anzi no!
La fame e la sete ci assalgono e per istinto di sopravvivenza ci dirigiamo verso Fano dove ci attende la cena. Non troverete foto del sayonara party in quanto il tempo trascorso al ristorante è stato speso ad infamare allevatori di carpe, cultori di sushi (con nastro isolante) e latin lover amanti di bastoncini di merluzzo surgelati… No comment…please! 😀 Fortunatamente l’attenzione è stata poi catturata da un uomo/piranha, il caro Francesco che con il suo ipermetabolismo ha imbarazzato anche il Delise più agguerrito! 🙂
Ci accorgiamo dei primi segni di cedimento dopo che il ristorante è praticamente vuoto e qualche testa crolla sul tavolo dalla stanchezza. E’ ora di tornare a casa perchè domani c’è lo stage mattutino. Salutiamo quindi Dorian e Tomaso per la preziosa presenza sperando di poterli rivedere presto.
Domenica mattina la stanchezza si fa sentire e Stefano ci grazia. Studio dei kata e tecnica con shinai per poi concludere con un jigeiko finale!!! 🙂
La passeggiata con “morsodipiadinaalvolo” programmato per visitare il centro storico di Fano, si è trasformata nell’ennesima strafogata di cibo tradizionale in una rosticceria di pesce veramente cool. Coda di rospo, baccalà, brodetto, sarde, pesce spada, spiedini, porchetta di tonno con patate e la mitica moretta con relativa leggenda raccontata da pescatore locale. Cosa chiedere di più al Kendo?