E’ importante vincere, ma per quel che ci riguarda viene molto prima l’esserci.
L’edizione numero otto del Trofeo dell’Adriatico è molto probabilmente la più riuscita sinora e di questo solo in parte è merito nostro che ne abbiamo curato l’organizzazione.
Chi viene a Gradara sa che la competizione di sabato pomeriggio è solo la ciliegia e non la torta intera.
Questo importante messaggio sta sempre più arrivando chiaro agli amici che vengono a trovarci, tant’è che sia il venerdì sera che la domenica mattina, sessioni in cui solitamente i presenti erano molto meno che il sabato, sono decisamente più frequentati che in passato.
Merito dei Maestri che curano gli stage, merito degli insegnanti ed arbitri, merito del sayonara party, ma soprattutto merito di chi prende parte e ne alimenta il clima.
“Se in un torneo ci sono 400 persone, c’è solo un vincitore.
Quindi, significa che ci sono 399 perdenti?
Nel Kendo/Budo, non credo valga questa chiave di lettura.”
Dall’intervista a Shozo Kato Sensei
Il risultato più grande che abbiamo registrato è l’aver trasmesso lo spirito con cui organizziamo quest’evento e vedere i partecipanti in piena sintonia, sia da dentro che fuori la competizione.
Abbiamo visto diverse persone che, dopo esser state eliminate dal torneo non sono andate sugli spalti, ma si sono messe a disposizione a bordo shiai-jo per supportare chi era ancora in gara. Dal semplice aiuto nel indossare i mejirushi piuttosto che incitare nel rispetto dell’etichetta chi si accingeva a competere per la primissima volta.
Ma com’è nata e come si è sviluppata quest’edizione?
Come molti di voi sapranno abbiamo deciso da un po’ di tempo a questa parte d’invitare Maestri sempre diversi ad ogni edizione, così da mostrare vari stili di Kendo ed allacciare nuovi rapporti di amicizia.
Otsubo Sensei è uno dei Maestri che accompagnano da diverso tempo la delegazione che Hirakawa Sensei guida nei suoi seminari in Europa.
Abbiamo avuto modo di conoscerlo molto da vicino a Bologna in occasione del bellissimo gemellaggio avvenuto tra il Sei Shin Kan di Bologna ed Rakushikan ben 6 anni fa! (qui il report di quell’esperienza).
Due anni fa gli amici di Bologna hanno ricambiato la visita ed assieme a loro c’era un pezzo del nostro dojo; Davide infatti prese parte al viaggio che raccontò in questo report.
Poco dopo la scorsa edizione, abbiamo iniziato a valutare assieme a Stefano Betti l’idea di portare una delegazione dal Giappone guidata da una persona che conoscevamo bene e la scelta è stata proprio per Otsubo Sensei ed i suoi diversi amici Maestri di Kendo. In un primo momento la lista dei Maestri era molto più nutrita ma alcuni problemi logistici ci hanno costretto a rivedere il progetto iniziale.
Assieme ad Otsubo Sensei abbiamo comunque avuto l’opportunità di ospitare Matsuzaki Fumio Sensei e sua figlia Fumie.
Persone semplicemente squisite.
Dopo aver mostrato le bellezze del territorio locale con visite a San Giovanni in Marignano e Montefiore Conca, abbiamo introdotto il weekend del Trofeo con un sano jigeiko il venerdì sera seguito da una pizza napoletana molto apprezzata dai presenti.

Il sabato mattina, con la maggior parte dei partecipanti pronti per l’evento, prende inizio lo stage dove il M°Otsubo ha introdotto a piccoli passi le basi ponendo grande attenzione sulla postura.
Non sacrificare le basi per ottenere l’ippon a tutti i costi. Questo è stato il filo conduttore del seminario di tutto il weekend.

Quindi kihon, uchikomi ed un bel jigeiko finale per concludere la mattinata ed immortalare a dovere quasi tutti i presenti.

Brevissima pausa e poi l’ormai tradizionale embu tra gli arbitri, momento sempre molto apprezzato dai presenti e dai Maestri che hanno riconosciuto in questa nostra idea, un buon riferimento per chi si appresta a gareggiare nel pomeriggio.
Grazie quindi a Boscarol, Cipollaro, Filippi, Katsukawa, Martin, Mellone, Monaco e Scacheri a nome di tutti i presenti!
Terminato l’embu, una pausa per ristorarci…
Avevamo qualche defezione importante tra i nostri soci e dobbiamo confessarvi che una delle preoccupazioni di quest’anno era il buffet.
Abbiamo deciso di adottare la formula di un sano “ognuno porta qualcosa”, ed assieme a pizzette e panini, gli amici ospiti del Trofeo hanno avuto modo di apprezzare dolci e torte salate fatte esclusivamente in casa (di kendoka!).
Relax, battute tra amici, organizzazione delle terne arbitrali e la competizione ha inizio alle 14.30!
Un paio di poule finiscono in perfetta parità e ci costringono alla ripetizione di tutti gli incontri, che ricordiamo esser strutturati sull’ippon shobu.
Tra gli iscritti vi erano diversi under 18, ed avevamo qualche perplessità nel metterli in mischia assieme agli adulti.
Pochi scambi durante le varie shiai e tutti i presenti hanno capito che i trofei dovevano passare sulla “pelle” di giovani kendoka agguerriti e per nulla intimoriti dalla carta d’identità dei loro avversari!
Una di loro, Sofia Niba per l’esattezza, è stata difatti premiata con il Fighting Spirit!
Qui i risultati del Trofeo.
Il torneo finisce in perfetto orario e senz’alcun affanno troviamo il tempo per jigeiko libero.
Affamati, ci dirigiamo al Park Hotel, dove ci aspetta il sayonara party a base di pesce.
Siamo sereni ed appagati dall’aver portato a termine una bellissima giornata. I Maestri si congratulano più volte con noi, ma ribadiamo anche a loro che il merito è in larga misura di chi ha preso parte alla manifestazione.
Otsubo Sensei decide a metà sayonara di suonarci una canzone con lo Shakuhachi, un tipico flauto giapponese. Il Maestro è emozionato e noi con lui.
La serata termina nel bar dell’hotel tra gag e riprese video, ma non vogliamo svelarvi troppo…
Sigari e drink sono la degna chiusura degli irriducibili.

Domenica mattina ci ritroviamo al Palazzetto di Gradara e siamo ancora tanti.
Otsubo Sensei nell’osservare le competizioni del giorno precedente ha notato un certo timore tra i kenshi che dovevano affrontare il nito o jodan, ed ha voluto così illustrare alcune tecniche su come gestire questo tipo di guardie.
Senza soffermarsi troppo sugli aspetti tecnici, desideriamo evidenziare invece un aspetto importante soprattutto a livello psicologico che riportiamo:
“Per fare jodan o nito, occorre prima imparare il chudan, quindi è molto probabile che il vostro kendo in chudan sia più forte ed efficace del jodan o nito del vostro avversario. Abbiate quindi sempre fiducia in voi stessi!”
Con queste parole ci accingiamo quindi ad un jigeiko finale, con cuore pieno e spirito forte!
Il weekend di Kendo termina qui, ma noi di Ikendenshin sfruttiamo l’ultimo giorno della permanenza dei Maestri per mostrare le bellezze di Urbino assieme agli amici Stefano e Satomi.

Tutti noi di Ikendenshin ci guardiamo negli occhi, con soddisfazione e senza nascondere l’emozione conserveremo nei nostri cuori questo bellissimo weekend, consapevoli che l’importante è “esserci, innanzitutto”.
Rimanete sintonizzati, perché grazie ad alcune collaborazioni avremo a breve diverso materiale video e fotografico per rivivere i momenti intensi vissuti assieme a tutti voi.
Grazie davvero a tutti voi!
IKENDENSHIN A.S.D.
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