In alcuni casi, come abbiamo ahinoi visto con il post sulle violenze corporali (qui), prevale una certa aggressività quando si pratica Kendo in shiai, in jigeiko, etc.
Come se esprimere il proprio spirito, la voglia di dare tutto quello che si ha fino all’ultimo newton di forza, volesse significare automaticamente liberare una sorta di rabbia.
Uno degli aneddoti che personalmente conservo nel cuore, è una raccomandazione fatta da un bravissimo kendoka giapponese durante un seminario internazionale. Dopo avermi fatto grondare di sudore durante un kakarigeiko, si raccomandò di colpire senza risparmiarsi, ma facendo grandi sorrisi, o almeno sentendoseli dentro.
Generalmente i bambini, soprattutto quelli sotto i 3 anni, si comportano in modo genuino, vero, diretto, mostrando senza filtri ciò che hanno dentro.
Ed allora dopo il post di condanna sulla violenza, questo vuole essere un inno al pieno divertimento, imparando proprio dai bambini su come il Kendo debba essere praticato.
Soprattutto grande divertimento, attraverso il quale cogliere aspetti profondissimi…
Prima ci si diverte a prenderle…
e poi a 20 mesi, s’impara a darle 😀