
Credits | Antonio Amendola (ARK Roma) http://www.antonioamendola.com
Spesso mi chiedono: “Sensei, come faccio a passare l’esame di 5° dan?” La risposta è semplice: “Devi allenarti finché non superi l’esame di 5° dan”. Allo stesso modo mi chiedono: “Come posso riuscire a vincere L’All Japan Kendo Championship”. Semplice: “Devi allenarti molto duramente, 5 volte più degli altri, anche se il gomito, il polso e le ginocchia ti fanno male, fino a che non riesci a diventare un campione”.
E’ un fiume in piena Chiba Sensei, mentre si mette a disposizione dei praticanti per rispondere alle loro domande. Ci fa capire che non esistono scorciatoie o inganni, ciò che conta è soltanto il keiko e nient’altro.
Cercheremo di raccontarvi più che altro quello che di essenziale abbiamo potuto cogliere durante i due giorni (venerdì e sabato) in cui abbiamo avuto l’onore di partecipare all’allenamento e allo stage condotti da Chiba Sensei. Purtroppo la domenica, dedicata ai kata, ce la siamo persa, ma a questo cerchiamo di sopperire mostrandovi le bellissime foto di Antonio Amendola.
Tutto il seminario è stato incentrato sulle basi e tra queste sulla cosa più importante secondo Chiba Sensei, la morbidezza dei polsi e della mani. E’ necessario che ognuno, prima ancora di concentrarsi sulla parte bassa del corpo, sugli spostamenti, sul fumikomi e sul kikentai ichi, si concentri sulla morbidezza del colpo e sul tenouchi.
Il suburi è una parte fondamentale dell’allenamento -dice Chiba Sensei- che ci permette di correggere gran parte dei nostri errori e di sviluppare quella morbidezza delle mani necessaria per portare un colpo corretto.
Chiba Sensei ci spiega che: Quando si è giovani non si riesce a non mettere troppa forza nelle proprie braccia, soprattutto nella mano destra. Per questo, quando a 22 anni sono entrato nella Polizia, ci allenavano facendoci fare 4000 suburi di fila. Quando non avevamo più nemmeno un briciolo di forza allora gli istruttori ci dicevano che il colpo andava bene perché c’era quella morbidezza che loro richiedevano. Chiaramente il giorno dopo eravamo distrutti.
Io ho raggiunto questi risultati attraverso questo tipo di allenamento, chiedo a voi di fare lo stesso, di tenere duro come ho fatto io.
Iniziando dalle basi, appunto, l’allenamento si è svolto aumentando via via la complessità degli esercizi proposti, partendo da suburi in coppia, fino ad arrivare, durante l’ultima parte dello stage del sabato all’esecuzione dei vari oji waza.
Chiba Sensi ha consigliato, soprattutto ai principianti, di fare suburi in coppia, colpendo sulla shinai del proprio compagno. Questo serve a sentire meglio la correttezza del colpo e aiuta l’esecuzione di un corretto tenouchi.

Credits | Antonio Amendola (ARK Roma) http://www.antonioamendola.com
Chi vuole diventare bravo può fare questo tipo di suburi anche a casa, prima di andare al lavoro o quando ha un po’ di tempo libero. Io stesso quando ero piccolo avevo appeso orizzontalmente una canna di bambu che usavo come bersaglio.
Dopo di che con un allenamento che in piccolo ha riprodotto il percorso di apprendimento di un’intera vita di kendo si sale passo dopo passo, difficoltà dopo difficoltà a livelli sempre più avanzati. Fumikomi, kikentai ichi, oji waza e jigeiko.

Credits | Antonio Amendola (ARK Roma) http://www.antonioamendola.com
Riguardo all’atteggiamento da tenere: Mai tirarsi indietro, mai parare o schivare il colpo. Quando si arriva a distanza ravvicinata questa è la zona della morte o della vita, in quel momento non si deve aver paura di morire, ma si deve scegliere di vivere con coraggio, andando avanti e affrontando serenamente il nostro avversario. Solo così è possibile fare un kendo corretto ed efficace. La tecnica viene utilizzata nel momento in cui dobbiamo combattere per la vita. La tecnica viene fuori un istante prima di morire, se non pensi che stai per morire: allora rimani vivo. Se pensi che stai per morire, muori.
Ed ancora dopo il jigeiko di venerdì che Chiba ha fatto prevalentemente con i gradi più alti: Voi siete contenti se riuscite a colpire Chiba Sensei? E’ cosa di poco conto e personalmente sarei molto più contento se riuscissi a colpire in modo corretto. Come vedete io ho sempre cercato di rispondere ai vostri colpi perchè so che gli altri mi guardano e devo essere d’esempio. Voi dovete fare lo stesso.

Credits | Antonio Amendola (ARK Roma) http://www.antonioamendola.com
Dopo due giornate veramente intense terminiamo la pratica di sabato (quasi 8 ore di allenamento) con un kirikaeshi infinito fatto veramente male da quasi tutti per la grande stanchezza accumulata:
Quando ero giovane ci facevano fare mezz’ora di yokomen di fila. Ognuno di noi solitamente tira fuori il 50% della propria energia, un buon istruttore riesce a tirarci fuori il 60%. Tirare fuori il 100% della nostra energia significherebbe morire. Il vero stimolo però viene dagli altri. Probabilmente se fossimo stati da soli ci saremmo stancati dell’allenamento dopo appena un’ora di tempo. Io ringrazio voi perchè siete parte dell’allenamento che senza l’apporto di tutti non potrebbe essere svolto. Per questo nessuno deve mollare, perché tutti hanno la responsabilità della riuscita di un buon allenamento. I più deboli hanno bisogno dei più bravi, ma anche i più bravi hanno bisogno dei più deboli. Il kendo non si può fare da soli.
18 giugno 2011 alle 4:18 PM
A bocca aperta…
20 giugno 2011 alle 11:23 am
Eh, ottimo riassunto…..grande Chiba!
21 giugno 2011 alle 9:29 am
Ispirazione al massimo livello!