Inizio il centesimo post con una frase di Tsuyoshi Niibori (Hanshi 8 Dan, allievo di Moriji Mochida Hanshi 10 dan) contenuta nel documentario che vedrete:
“Finalmente sono stato capace di raggiungere la cima della montagna, tuttavia posso già scorgere un’altra grande montagna in lontananza “.
Purtroppo o per fortuna questa è la nostra condanna.
Il documentario, prodotto dalla NHK – Japan Broadcasting Corp.-, è arrivato alla fase finale del 27° Milano International FICTS Festival. Il FICTS Festival “Sport Movies & TV” è il più importante evento mondiale dedicato al cinema ed alla televisione sportiva. E’ organizzato dalla Federation Internationale Cinema Television Sportifs, organismo riconosciuto dal CIO (Comitato Internazionale Olimpico) a cui sono affiliate 102 Nazioni.
Il titolo del documentario è……. SAMURAI SPIRIT!!
13 gennaio 2010 alle 12:33 am
Ehi, avevo lo stesso articolo pronto!! 🙂
Aggiungo allora qualche nota…
Il protagonista, Nicholas Pettas, atleta di arti marziali e non, si cimenta nel viaggio di una spiegazione anche fin troppo occidentale su cos’è il Kendo e quali sono le principali caratteristiche.
Tutto ciò viene illustrato attraverso brevi riprese all’interno di diversi dojo giapponesi.
Il 1° è quello del M° Yoshimura.
Una delle riflessioni fatte dall’istruttore di Nicholas che mi ha colpito maggiormente è quella riguardante l’etichetta, in quel caso nel saluto prima di un confronto, sia esso jigeiko o shiai::”Il Kendo inizia con il rispetto e finisce con il rispetto”. Niente di più emozionante per un neofita!
Nel mostrare le basi, il M°Yoshimura usa una simpatica ed al contempo efficace metafora per spiegare la leggerezza che occorre nell’Ashisabaki, togliere rigidità nei muscoli dei piedi, come se stessimo “camminando sull’acqua”. Molto più semplice a dirsi che a farsi 🙂
A metà film, viene poi introdotto Alexander Bennet, un kendoka neozelandese 6° dan Renshi che insegna Kendo nell’università Nagoya per stranieri, il quale illustra le sue iniziali perplessità nell’avvicinarsi alla nostra amata arte marziale. Inizialmente le urla di gente che si colpiva con canne di bambù non sono state un grande incentivo ad iniziare la pratica, ma le grandiosi “finestre” che gli si sono improvvisamente aperte gradino dopo gradino nella scala della conoscenza del Kendo, hanno sicuramente ripagato lo sforzo.
Personalmente, il fatto di sentirlo affermare che si è insegnante e studente nel medesimo istante, ritengo sia un valore imprescindibile.
Segue poi un’interessante conversazione tra i 2 che merita d’essere ascoltata molto attentamente. E’ raro infatti sentire le parole di un istruttore di Kendo che pratica in Giappone senza che esso sia o parli giapponese ma bensì inglese…
Alex nel suo intervento ci fa nuovamente presente che con una pratica costante e sincera, lo spirito compensa abbondantemente il passar del tempo nel nostro fisico, mantenendo quindi una crescita costante, cosa che non avviene nei comuni sport occidentali ed anche in molte altre arti marziali.
E’ addirittura divertente vedere come Nicholas subisca questo nuovo approccio al confronto, vedendo 2 praticanti combattere come partner anzichè come nemici!! 🙂
La fine del film non poteva che essere affidata ad un Maestro 8°dan, il M°Niibori che assieme a Hanawa (6° dan Renshi) mostrano un altissimo livello di Kendo. E’ quasi toccante vedere il profondo rispetto, quasi venerazione, assunta da Hanawa nel parlare di un kendoka 8°dan. Questo rispetto si spiega anche grazie alle sagge e profonde parole del M° Niibori che in poche attimi spiega perchè è necessario il ki-ken-tai per ottenere un ippon; il Kendo diventa Budo solo se si pensa alla shinai come una vera spada. Limitarsi a colpire con la spada significa ridurlo ad un semplice sport.
Concludo il mio intervento dicendo che il risultato di questo documentario è un simpatico viaggio di un occidentale abituato a “combattere” per vincere che cerca di scoprire lo spirito del Kendo e scopre che non si vince o si perde a discapito del nostro compagno, ma solo verso se stessi, maturando e facendo maturare le persone che ci stanno attorno.
13 gennaio 2010 alle 9:41 am
Qui la qualità delle immagini è notevole, il montaggio e le grafiche molto curate. Unica nota stonata, secondo me, è la dissonanza tra un biondo e palestrato narratore e lo spirito profondo del kendo in Giappone. Alcune situazioni sono addirittura comiche. C’è da dire, però, che il risultato non è male e vale proprio la pena di guardarsi il documentario. Le parti in cui parlano i maestri giapponesi sono veramente toccanti…
15 gennaio 2010 alle 5:41 PM
Guardate lontano, e anche quando credete di star guardando lontano, guardate ancora più lontano! (citazione segreta…)
15 gennaio 2010 alle 5:42 PM
Mica tanto, forse ho idea di chi sia questa citazione… 🙂
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23 gennaio 2011 alle 10:32 am
Complimenti e grazie per questo ennesimo fantastico post.
Non riuscite a mettere l’intero video su un torrent?
24 gennaio 2011 alle 9:40 am
Ciao Marco, grazie per i complimenti. Purtroppo non abbiamo gli originali del documentario. A dire il vero credo che non ci sia nemmeno il DVD di questa serie.
25 gennaio 2011 alle 11:02 am
il video 3/5 non si vede, è tutto nero
25 gennaio 2011 alle 11:17 am
Io lo vedo 😉
25 gennaio 2011 alle 2:00 PM
anche io lo vedo bene
2 febbraio 2011 alle 8:11 PM
Si si vede, scusate.
FYI con il plugin DownloadHelper 4.8.2 di Firefox mi sto scaricando tutti gli spezzoni, poi li assemblo in un unico file che masterizzo e mi vedo in poltrona a casa 😉
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