Riporto integralmente un articolo segnalatomi da Alessio, pubblicato sul sito della CIK a questo indirizzo, in cui il Maestro Sumi, 8° Dan Hanshi, spiega le differenze di obiettivi e metodologie di allenamento nelle diverse fasce d’età.
I. Punti essenziali per l’insegnamento ai principianti.
- Fare capire che lo scopo della disciplina del kendo
- Nella pratica del kendo si avanza gradualmente, facendo tesoro delle tecniche di base.
- Dopo essersi esercitati a sufficienza nell’ashisabaki, si perfeziona il movimento del fumikomi fino a quando non si riesce a mantenere la corretta postura e si praticano i vari suburi
II. I temi dell’allenamento e i punti da prendere in considerazione nell’insegnamento, classificati per età.
età |
Temi dell’allenamento |
Punti da prendere in considerazione nell’insegnamento |
Fino a 12 anni |
Dare molta importanza all’ashisabaki e al soburi, praticare a fondo il kirikaeshi e apprendere le tecniche di base. |
Non sottoporre per forza i bambini a un allenamento severo, ma insegnare in modo divertente, per timolare la loro curiosità e il loro interesse. |
Fino a 18 anni |
Perfezionare le tecniche di base fino a che i movimenti non diventino vigorosi e apprendere le tecniche di attacco |
Dopo aver esercitato l’abilità di movimento e la forza fisica e, nello stesso tempo, aver praticato a sufficienza l’uchikomigeiko dai grandi movimenti e il kakarigeiko impetuoso, aumentare la velocità delle tecniche e far emergere una potente energia. |
Fino a 29 anni |
Perfezionare le tecniche di attacco e, nello stesso tempo, apprendere gli essenziali delle tecniche di risposta. |
Aumentare la velocità e l’energia interiore attraverso un impetuoso kakarigeiko; contemporaneamente, praticare con calma il gokakugeiko e far progredire le abilità personali. |
Fino a 49 anni |
Mantenendo sempre l’equilibrio tra la pratica degli elementi di base, lo studio delle tecniche e l’esercizio del gokakugeiko, migliorare la propria abilità personale e, nello stesso tempo, studiare un metodo per insegnare ai principianti e ai meno abili. |
Una volta che si è passati dal kendo della forza fisica a quello delle tecniche, far comprendere il kendo dello spirito: calmare l’agitazione interiore e, cogliendo i mutamenti dello spirito dell’avversario, trasformare la tecnica in un mezzo di attacco. |
Oltre i 50 anni |
Prestando molta attenzione alla salute e alla sicurezza, trovare il modo di continuare a praticare il kendo divertendosi. |
A proposito del gokakugeiko: “Raggiungere un atteggiamento tale per cui quando si colpisce l’avversario, ci si concentra su se stessi, quando si viene colpiti si dimostra gratitudine”. Colpire l’avversario non significa cioè superarlo (?), ma insegnargli quali sono i suoi punti deboli, mentre essere colpiti mette in evidenza i propri difetti. |
III. Regole per gli insegnanti di kendo.
- Per prima cosa l’insegnante stesso mostra la corretta forma, quindi spiega la teoria, perché si fa in quel dato modo, poi prova a farsi colpire e loda gli aspetti positivi.
- Nello studio delle tecniche di base (kirikaeshi, uchikomi) fa iniziare dai movimenti ampi e gradualmente fa progredire verso movimenti piccoli e veloci.
- Sia per quello che riguarda le tecniche di base, che per la loro applicazione pratica (tecniche di attacco del kakarigeiko), l’insegnante, facendosi colpire, fa comprendere i concetti di distanza e di opportunità (momento giusto per attaccare).
- Nel gokakugeiko l’insegnante, abbassando (?) un po’ la punta della spada, stimola l’attacco energico dell’allievo.
- Anche quando l’allenamento è severo e incalzante, bisogna mantenere una certa intesa con il kakarite, cioè con colui che impara.
23 aprile 2009 alle 5:47 PM
Il M° Sumi, uno dei più grandi espondenti del Kendo mondiale ci ha regalato questo documento dovrebbe accompagnare un praticante dalle basi fino alla morte.
23 aprile 2009 alle 11:31 PM
ottimo lavoro.